fbpx
Regioni ed Enti Locali

Agrigento, “Ripartire dal Centro”: una giornata dedicata al cuore antico della città

centro1Ripartire dal Centro storico per avviare percorsi di sviluppo e riqualificazione che  interessino tutta la città, fornendo a chi decide di investire nel cuore antico di Agrigento  agevolazioni,  incentivi e minori pastoie burocratiche.

Sono questi alcuni dei risultati emersi al termine del seminario “Ripartire dal Centro” promosso dall’Ordine degli Ingegneri di Agrigento,  da quello degli  Architetti e  patrocinato dall’Amministrazione  comunale  del  capoluogo. Un confronto lungo e articolato nel contesto del quale, grazie a numerosi contributi qualificati, si è cercato di comprendere cosa può essere concretamente fatto perché il centro storico torni ad essere  cuore pulsante della nostra (e in altre) città.

centro-2“Gli ordini professionali hanno voluto organizzare questo momento di incontro,  fuori  dalla liturgia e dei riti che più volte si sono succeduti per celebrare una capacità di  intervento in  centro storico che poi in realtà ha mostrato tutti i suoi limiti – ha spiegato il vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri, Epifanio Bellini -. Crediamo che determinati  processi debbano essere rivisti mettendo al centro la riqualificazione e la rivitalizzazione  del centro storico. Questo passa ovviamente da processi normativi che semplifichino le procedure, che innalzino il valore del  costruito in  centro storico e consentano all’operatore privato di intervenire in sicurezza  sfruttando alcuni strumenti già presenti  come il cosiddetto ‘Sismabonus’, che però oggi hanno difficoltà ad essere applicati a causa di alcuni problemi endemici,  ma  risolvibili,  del  nostro centro storico”.

Il “Sismabonus”, lo ricordiamo, è una possibilità offerta dallo Stato di ottenere una riduzione significativa della tassazione sugli interventi che appunto prevedono l’adeguamento sismico degli edifici, con vari livelli di intervento e alcune opportunità specifiche. Uno strumento che rappresenta anche una opportunità ovviamente per aumentare la sicurezza del nostro centro storico.

“Se applicato a tappeto, il Sismabonus porta con sé l’effetto positivo di una diminuzione del rischio sismico dei centri storici – spiega Calogero Cucchiara, docente di Tecnica delle Costruzioni dell’Università di Palermo, consigliere provinciale dell’Ordine degli Ingegneri, relatore e promotore dell’iniziativa di ieri  -, ma potrebbe anche creare lavoro, non solo per i tecnici e le imprese che sarebbero occupate nelle opere di messa in sicurezza, ma per tutto il tessuto: tanti centri storici hanno fatto la loro fortuna grazie a percorsi di riqualificazione. Il Sismabonus, inoltre, è sfruttabile anche da coloro che non possono usufruire dei vantaggi fiscali perché non presentano una dichiarazione dei redditi perché possono cedere il credito alle ditte.

centro4Sul tema delle agevolazioni economico-burocratiche è intervenuto anche don Giuseppe Pontillo, direttore dei Beni culturali ed Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Agrigento e del Mudia, il museo diocesano. “Il futuro del centro storico – ha detto – è certamente legato all’asse di via Duomo, dove insiste la cattedrale, segno di speranza e punto di arrivo sicuro nei percorsi di visita turistica, e l’itinerario ‘Arte e fede’, ma accanto a questo servono percorsi nuovi che se da un lato possono portare al recupero dell’esistente da un punto di vista urbanistico, dall’altro debbono fornire agevolazioni ai privati che vogliano investire  nel centro storico. Per fare un esempio concreto,  oggi spesso non si possono aprire dei  locali in centro storico perché l’area, per propria conformazione urbanistica, non è adeguabile alle norme sulle barriere architettoniche”.

Della necessità di affiancare a questi percorsi di agevolazione economica ad un ragionamento complessivo su infrastrutture e strumenti urbanistici è stato il presidente dell’Ordine degli Architetti Alfonso Cimino.

“Agrigento ha un centro storico meraviglioso, ma cinquant’anni di cattiva pianificazione urbana di questa città, vuoi  anche  per  l’evento  franoso,  hanno svuotato quell’immenso  patrimonio artistico, sociale e culturale.  Recuperarlo,  come? Innanzitutto riaggregando le periferie al centro, fermando l’ormai inutile consumo di suolo per la costruzione di nuovi edifici, stilando un piano economico e commerciale dedicato alla città perché le vetrine  di  via Atenea tornino ad essere aperte e defiscalizzando al massimo i cittadini e gli imprenditori che vogliono investire nel centro storico. Mettendo tutti questi elementi a  sistema, e recuperando la viabilità comunale e provinciale, sono convinto che il centro  storico potrà ripartire”.

centro3Al seminario presente anche il sindaco Lillo Firetto, che oltre a portare i saluti ha raccontato la genesi e la struttura del progetto “Girgenti”, che porterà alla riqualificazione di ampie parti del centro storico, visto però come “periferia degradata”, stante che il bando Statale che ha finanziato l’iniziativa era appunto dedicato ai territori in cui fossero presenti fenomeni di marginalità sociale.

“Ricordo che discutevamo di quale quartiere periferico candidare, visto che, appunto, si  parlava di periferie – ha spiegato -.  Non si facevano i conti con la filosofia di  quel  bando voluto da Renzo Piano,  che esprimeva cioè la necessità di creare dei rammendi alle città.  Cioè,  trovare quelle aree che si trovavano particolarmente compromesse sul  piano non  solo infrastrutturale  e urbanistico,  ma  anche  sociale, e metterci una  pezza.  A questo punto abbiamo detto: dove se non in un centro storico, come quello di Agrigento, mortificato  negli anni da tante cose, a partire da una mancanza di  risorse che, a volte, non sono arrivate per  ragioni da attribuire solo a noi stessi. Un fatto per tutti: il dotarsi di un   piano particolareggiato del centro storico quando la messe importante di risorse finanziarie erano già finite altrove.  Adesso l’idea che avevamo messo in campo è risultata  vincente: le risorse stanno arrivando e stiamo iniziando con i cantieri”.