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Editoriali

#AgrigentoManifesta: tutto il “già detto” che oggi fa notizia

#agrigentomanifestaGettonopoli” fu il pretesto per una manifestazione pianificata e studiata da una regia di alcune persone che ha contribuito alla nascita del gruppo di #AgrigentoManifesta con lo scopo di raccogliere il dissenso popolare e convogliarlo in piazza contro il vecchio Consiglio comunale di Agrigento.

Sarebbe questa in sintesi la notizia riportata dalle colonne del quotidiano “La Sicilia” nella quale alcuni esponenti del noto gruppo avrebbero rilasciato dichiarazioni circa il coinvolgimento di “diversi soggetti che si sono rivelati portatori di interessi politici o imprenditoriali”.
Una vicenda che ha creato non poco clamore fra la cittadinanza e non solo.

In una città dalle mille contraddizioni, l’uso del condizionale è d’obbligo, ma sicuramente su una vicenda che sembra far parlare molto di sé, occorre fare una analisi di quel movimento che oggi eredita quell’importante “rivoluzione” che partì proprio con la manifestazione contro “gettonopoli”.

L’analisi storica del gruppo di #AgrigentoManifesta può facilmente riassumersi nella “Timeline” costantemente aggiornata dagli amministratori del gruppo Facebook che parte dal corteo del 3 febbraio 2015 fino ad arrivare ad oggi. E basti vedere che ciò che oggi “indigna” sia già stato ampiamente illustrato proprio in quella “timeline” ancor prima della campagna elettorale per le elezioni amministrative.
I membri dell’associazione Laboratorio Vallicaldi, tra gli organizzatori del corteo del 3 febbraio e distaccatisi dal movimento assembleare, annunciano la loro candidatura a sostegno del candidato Calogero Firetto”. Era il 9 febbraio scorso, quando #AgrigentoManifesta comunicò la fuoriuscita di una parte dell’associazione che fu fra i fautori del corteo contro “Gettonopoli”. Passò qualche giorno e un comunicato ufficiale rese nota la volontà di #AgrigentoManifesta di non partecipare “alle imminenti amministrative ribadendo la sua configurazione di realtà trasversale ed equidistante dagli schieramenti politici”.

Due mesi dopo fu la volta di un’altra associazione a sposare il progetto politico del candidato Lillo Firetto: “Agrigento Punto e a Capo”. “Alcuni membri di Agrigento Punto e a Capo – si legge nella timeline – che hanno preso parte anche alle assemblee di #AgrigentoManifesta rendono nota la loro candidatura a sostegno del candidato Calogero Firetto”.

Il 20 aprile invece “Progetto Agrigento” decise di appoggiare Silvio Alessi: “La lista “Io cambio con Progetto Agrigento”, un paio di cui membri, co-fondatori del gruppo Facebook #AgrigentoManifesta e co-organizzatori del corteo del 3 febbraio, avevano già preso le distanze dalle assemblee subito dopo la decisione di imporre il “no” alla partecipazione elettorale, si schierano col candidato sindaco Silvio Alessi”.

Associazioni fautrici della nascita di #AgrigentoManifetsa che per varie ragioni hanno intrapreso strade diverse, con schieramenti diversi.

Questi dunque i fatti già ampiamente noti che oggi fanno discutere, dimenticando l’unico dato di fatto esistente: Agrigento si è risvegliata grazie all’indignazione di chi ancora oggi risiede in quel gruppo; grazie all’identità degli appartenenti di quel che oggi rappresenta #AgrigentoManifesta, affrontando e discutendo con la città su tematiche importanti.

L’unica vera notizia è quella sulla adesione al comitato “NO Rigassificatore”. Una vicenda da non sottovalutare se non si vuole, ancora una volta, parlare di Agrigento come terra in cui tutto sembra “pilotato”.

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