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Editoriali

Andrea Camilleri concittadino e profeta: agrigentini “suttatraccia”

andrea camilleriAndrea Camilleri come Cassandra. Sembra infatti che il dono profetico del neo “agrigentino” Andrea Camilleri si stia manifestando in tutte le sue forme.

In questi giorni infatti molti, come consuetudine vuole, hanno preso come argomento di discussione il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento al celebre scrittore, scenografo e regista, ribattezzato come nuovo “Re di Girgenti“. Un “titolo” che siamo sicuri non piace neanche a Camilleri, conscio del fatto che “governare” Agrigento è sicuramente un compito arduo.

Una scelta, quella di far diventare “agrigentino” Camilleri, voluta fortemente dal sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che solo dopo pochi giorni essere divenuto primo cittadino della città dei Templi ha manifestato la volontà di attribuire l’onorificenza, in quanto Agrigento ha rappresentato, e rappresenta, “uno dei motori mobili della sua ispirazione, teatro di vicende spesso paradossali, un immenso serbatoio per la fantasia dell’autore, vero e proprio vettore narrativo, senza il quale gran parte delle sue opere non sarebbero immaginabili“.

Ma torniamo a Camilleri. Il dono profetico cui si faceva cenno prende spunto dal famoso video, spopolato in rete e non solo, dove il “maestro” metteva in guardia il neo sindaco Firetto dal carattere degli agrigentini. Un monito che prese spunto dalle parole di un altro celebre scrittore agrigentino, il premio Nobel Luigi Pirandello. Un colloquio informale quello tra Firetto e Camilleri, dove quest’ultimo parlò del carattere degli agrigentini, definito “diverso“, rispetto a quello dei cittadini della vicina Porto Empedocle: “come diceva ‘ziu’ Luigi Pirandello nella marina di Porto Empedocle la gente è viva, e tu con la gente viva discuti, t’arrabbi, magari hai nemici, ma è gente viva. Nella morente ‘cittaduzza’, come la chiamava alla fine dell’800, Pirandello parlava del carattere dei ‘girgentani ca sunnu suttatraccia’. Attenzione ai ‘giurgintani’ ca sunnu un altro carattere“.

E come poter dare torto al maestro Camilleri, o meglio alle parole di fine ‘800 di Luigi Pirandello? Agrigento è infatti terra in cui tutto viene preso a pretesto per lunghe e sterili discussioni. Agrigento, è la terra dove il “complotto” o le “tragedie” sembrano essere sempre al centro di qualsivoglia iniziativa. Per carità, non vogliamo assolutamente generalizzare, così come crediamo non fosse nelle intenzioni di Pirandello e Camilleri, ma è indubbio che Agrigento è quella città che annovera anche “disfattisti” e “complottisti”, pronti a criticare tutto e tutti. La chiave di lettura di un messaggio forse troppo “rude”, è sicuramente quello cui oggi assistiamo; in un clima dove la “critica” o “l’attacco” sembra primeggiare rispetto ad un tentativo che deve invece vedere tutti protagonisti per la rinascita di questa terra.

Le parole di Camilleri, come prevedibile, hanno fatto storcere il naso a qualcuno che ancora oggi ha voluto criticare l’attribuzione della cittadinanza onoraria al “maestro”. Eppure, Agrigento in questa settimana appena trascorsa è stata al centro di servizi e programmi televisivi, pronti ad esaltare non solo Andrea Camilleri, ma l’intera città di Agrigento, che è stata protagonista, con le sue bellezze storiche, e non solo, su quasi tutti canali nazionali. Agrigento non più terra presa ad “icona” di sprechi e malapolitica, ma città che annovera fra i suoi cittadini un illustre personaggio di primo piano nel mondo della letteratura. Camilleri come Pirandello, Sciascia e tantissimi altri che hanno altresì indotto l’Anas a rinominare la SS640 (Agrigento-Caltanissetta) come “Strada degli scrittori”. 

Una scelta, quella di concedere la cittadinanza onoraria, che al di là dell’indiscutibile valore riconosciuto dal lavoro e dal patrimonio donato da Andrea Camilleri a questa terra, ha consentito di far parlare di Agrigento in tutto il mondo, di esaltarne bellezze e di far riacquistare il giusto riconoscimento ad una città che non è solo Valle dei Templi.

Nonostante tutto, rimane la nostra solita “cara” solita Agrigento…. quella in cui si critica!

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