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Rubrica legis non est lex

Illegittimo il licenziamento della Multiservizi: lavoratori da trasferire alla SAS

cremonaLa Cassazione con le sentenze n 24804 e 24803, depositate il 7/12/2015, ha posto fine alla guerra che si era scatenata tra centinaia di lavoratori con la Multiservizi prima e la SAS dopo.

Infatti accogliendo la tesi difensiva portata avanti dall’Avvocato Antonino Maria Cremona (in foto), del foro di Agrigento, la Suprema Corte di Cassazione ha affermato che tra la Multiservizi e la SAS vi era stato un trasferimento di azienda e quindi il licenziamento operato dalla prima era illegittimo avendo questi lavoratori il diritto di transitare dalla Multiservizi alla SAS.

Con questa affermazione si è vanificata la strategia che la Multiservizi e la SAS avevano messo in opera per far perdere il posto a centinaia di lavoratori.
La Cassazione ha ancora affermato che la SAS non costituisce tecnicamente una ”longa manus” della pubblica amministrazione e non opera in house providing, cioè non esternalizza una propria attività con una società, che se pur costituita nelle forme del diritto privato, è in effetti una società pubblica con i divieti previsti per la pubblica amministrazione.
Affermando questi principi di diritto la Suprema Corte di Cassazione ha accolto la difensa dall’Avvocato Antonino Maria Cremona, così condividendo che si attagliavano al caso concreto i precedenti arresti giurisprudenziali della Cassazione stessa, ma sopra ogni cosa ritenendo che andavano applicati, così come sostenuto dall’Avvocato Cremona, le Direttive Europee e la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea.

La battaglia portata avanti dall’Avvocato Cremona a difesa dei suoi assistiti è datata essendo iniziata con il primo ricorso proposto nel lontano 2009, ma lo ha visto sempre vittorioso dinanzi ai Tribunali di Agrigento e Palermo e dinanzi la Corte di Appello di Palermo.
Oggi con le sentenze della Suprema corte di Cassazione, cui per la prima volta è stato trattato il caso specifico, si è posto finalmente fine ad una battaglia che ha visto impauriti centinaia di famiglie che hanno per tutti questi anni temuto per il loro posto di lavoro, unica fonte di guadagno, quindi di vita per loro le loro famiglie e sopra ogni caso per i loro bambini in un momento economico particolarmente difficili in cui il posto di lavoro va difeso in modo strenuo.

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