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Editoriali

La Costituzione tradita – di Giuseppe Cattano

giusepe cattanoLa Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale della Repubblica Italiana ovvero il massimo grado nella gerarchia delle fonti di diritto dello Stato italiano.

Essa venne approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dall’allora capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947 entrando in vigore il 1º Gennaio dell’anno successivo. La Costituzione italiana è una costituzione scritta, rigida, lunga, votata, compromissoria, democratica e programmatica. Se Leggiamo con attenzione gli articoli dei quali essa si compone, si evince in maniera evidente come,dalla politica e dai governi che si sono succeduti dal 1948 a oggi, essa sia stata puntualmente, scientificamente e sistematicamente TRADITA.

Analizziamo iniziando anche soltanto dal primo articolo della Costituzione Italiana, per accorgerci immediatamente di quanto sia vero tutto ciò, esso recita cosi: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”Che l’italia sia una Repubblica ovvero res publica (cosa del popolo), dovrebbe significare che essa è una forma di governo in cui tutti i cittadini dello Stato partecipano al potere supremo, di norma indirettamente, per mezzo di propri rappresentanti liberamente eletti, o direttamente, per mezzo del referendum, e in cui la carica di capo dello Stato non è ereditaria ma elettiva e temporanea. Ora, la domanda sorge spontanea: i cittadini dello stato Italiano partecipano nella realtà al potere supremo o ne sono vittime e subalterni? E come possiamo parlare di democrazia se non è mai esistita una concezione politica fondata sui principi della sovranità popolare, dell’uguaglianza giuridica dei cittadini, dell’attribuzione di diritti e doveri sanciti dalla costituzione, della separazione e indipendenza dei poteri? Che poi essa sia fondata sul lavoro mi sembra un’enunciazione assai teorica che non trova riscontro alcuno nella realtà; Il diritto al lavoro, pilastro portante voluto e concepito dai padri costituenti, è stato ridotto a merce di scambio a tutti gli effetti; La nostra nazione non garantisce a nessuno il sacrosanto diritto a lavorare o di vivere dignitosamente, neanche a chi il lavoro cerca di crearselo da sè, ma esso,da poco meno di settanta anni, è stato concepito come un privilegio destinato solo ai protetti, ai beniamini delle segreterie politiche, ai corrotti, a chi ha pagato il proprio diritto con denaro, a chi elettoralmente aveva ed ha un peso,ai collusi, ai mafiosi, a chi ha saputo essere pedina diretta o indiretta nella scacchiera del peggiore mercimonio;

Quindi nessun fondamento sul lavoro, nessun diritto garantito ma solo un TRADIMENTO gravissimo della volontà che permeò i padri costituenti, e che dalle buone intenzioni iniziali,si è trasformato nel corso degli anni nella peggiore specie di baratto, business, paracommercio.

Un’ennesimo TRADIMENTO riguarda il concetto di sovranità popolare: esso dovrebbe voler dire che il popolo è la fonte di legittimazione di ogni potere statale e che il corpo elettorale è il titolare dei poteri sovrani decidendo l’indirizzo politico attraverso gli strumenti di democrazia diretta; Ma quando mai il popolo è stato fonte di legittimazione di ogni potere statale? Mai come di questi tempi stiamo assistendo ad uno spettacolo indegno, ovvero ben tre governi ABUSIVi, Monti, Letta e Renzi, che con l’avallo del peggiore dei Presidenti della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, si sono impadroniti forzatamente del potere bypassando qualsiasi volontà e sovranità popolare; Le forme e limiti richiamati dal primo articolo non sono certamente quelli barbaramente usati nel nostro paese; il popolo ovvio, non è onnipotente: esso esercita la sovranità ed al contempo non si limita a stabilire chi esercita il potere politico, ma prescrive anche come lo deve esercitare. In qualsiasi gioco, le regole sono stabilite prima e chi vuol giocare le deve accettare. Anche per il “gioco politico” è così: le forze politiche non dovrebbero cambiare le regole costituzionali a loro piacimento. Altrimenti, le più forti cambierebbero a proprio vantaggio e la democrazia si trasformerebbe nella peggiore delle DITTATURE; Ecco tutto ciò è avvenuto in Italia, le sinistre (sinistre?) si sono appropriate del potere vessando i cittadini ed infischiandosene della loro sovranità; Assistiamo, giorno per giorno, allo sfascio di ogni realtà democratica e all’assassinio di ogni diritto; la politica, questa orrenda ed ingiusta politica, ha creato di fatto non una democrazia, ma uno stato INGIUSTO E CRIMINALE;

Leggendo il secondo articolo ci accorgiamo ancora di più quanto sia grande il TRADIMENTO della volontà costituente la legge primaria dello stato: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” viene davvero voglia di riscriverlo, per adattarlo alla realtà disastrosa attuale; la Repubblica non riconosce da tempo i diritti inviolabili dell’uomo, quali il il lavoro, la salute, la famiglia, la sicurezza, la libertà; diceva un ottimo Presidente della Repubblica tale Sandro Pertini, “che libertà vi è in uomo se costui viene privato del diritto al lavoro? ” E poi, di quale solidarietà economica e sociale stiamo parlando? il nostro stato sociale è totalmente fallimentare e abbiamo un’economia, per quanto Renzi dica il contrario, completamente allo sbando; come volevasi dimostrare, un’insieme di ottime intenzioni TRADITE dal malcostume politico e dalla corruzione dilagante;

Mi limito soltanto a pubblicare il terzo articolo, lasciando a voi le conclusioni e le deduzioni che vorrete: vi auguro di riflettere senza ipocrisie o un’animo falsato da prevenzioni morali di sorta ; noterete senza difficoltà, quanto la legge suprema dello Stato in cui viviamo sia stata vilmente TRADITA, vilipesa, umiliata.
Buona lettura e buona presa di coscienza.

Giuseppe Cattano

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso , di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

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