fbpx
Cultura

Mandorlo in Fiore: il parco archeologico traccia un bilancio della 73esima edizione

Giuseppe ParelloConclusa la 73° edizione del Mandorlo in fiore, è possibile delineare un primo bilancio partecipativo, che tenga conto degli obiettivi che il Parco si era prefisso e dei risultati ottenuti.” a parlare è il direttore del Salvatore Parello.

Cominciamo dagli obiettivi: già dall’anno scorso il Parco ha voluto recuperare il senso più profondo della festa e del Festival del Folklore che ne è sempre stata il cuore pulsante, quello dell’occasione di incontro e dialogo tra culture diverse, in un luogo, Agrigento e la sua Valle dei Templi, che, per la sua storia millenaria, di questo incontro può essere considerato un simbolo. A garantire che le tradizioni rappresentate dai gruppi selezionati fossero il frutto di una ricerca culturale e affondassero le loro radici nella storia millenaria dei popoli, il riconoscimento dell’Unesco come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Un altro duplice obiettivo il Parco si era prefisso: da una parte fare della festa un’occasione per richiamare un ampio pubblico, grazie alla qualità del programma proposto, rendendola così una importante occasione di promozione del Parco, della città e del territorio; dall’altra, il coinvolgimento pieno della comunità locale, grazie ad una pluralità di attività rivolte alle diverse fasce di età e a diversi campi di interesse ed al protagonismo del pubblico nella designazione del gruppo vincitore. Il raggiungimento degli obiettivi ha imposto, ovviamente, un grande sforzo ed un notevole impegno, sia in termini di risorse umane interne ed esterne al Parco, sia per le risorse economiche che si è deciso di destinare alla manifestazione come anche alla riapertura del Palacongressi, disponibili grazie all’incremento notevole del numero dei visitatori e, di conseguenza, degli incassi, registrato nel 2017.
La mole dell’impegno profuso è esemplificata dai numeri relativi al solo Festival del Folklore: 24 gruppi internazionali , per un totale di 937 persone intervenute, cui si sono aggiunte, nella domenica conclusiva, alcune realtà regionali; a questo numero va aggiunto quello degli artisti coinvolti negli spettacoli e nelle manifestazioni collaterali, per un totale di 1647 performers.
Numerose le associazioni coinvolte nella realizzazione dei diversi laboratori e mostre che hanno animato i pomeriggi in città e al Palacongressi, offrendo alla comunità, e soprattutto al grande numero di bambini intervenuti, una pluralità di occasioni di divertimento e crescita culturale, nonché le realtà produttive e gastronomiche che hanno partecipato allo spazio “food”.
La valutazione dei risultati raggiunti, ci sembra, tenuto conto di quanto già detto, non può che essere estremamente positiva: grande qualità dei gruppi intervenuti, che hanno coniugato serietà della proposta culturale e spettacolarità delle esibizioni; grande partecipazione di pubblico locale e di turisti alle sfilate ed agli spettacoli, esemplificata dai numeri relativi agli spettacoli del Festival del Folklore, che hanno registrato un incremento di pubblico del 73,36% rispetto all’anno precedente; coinvolgimento dell’intera città, dalla Valle al centro storico; partecipazione al prestigioso evento connesso con le manifestazioni per Palermo Capitale della cultura; effetto traino sulle presenze di visitatori alla Valle, aumentate del 38,92% rispetto all’anno scorso. Infine, ma per noi non meno importante, la presenza numerosa, vivace e interessata della comunità agrigentina e del territorio alle mostre, workshop e laboratori tenutisi nel centro cittadino durante i “Pomeriggi Girugintani” e al Palacongressi, segno, quest’ultima, dell’importanza che può assumere per l’intera collettività la rinascita dell’importante struttura, simboleggiata dall’opera “Rebirth” realizzata dall’artista Salvo Ligama, che ha cambiato l’aspetto del foyer dell’edificio e dalla mostra di comunità I’Mose, curate entrambe da Farm Cultural Park: una collaborazione, quella con l’importante realtà favarese, che proseguirà anche in futuro, per lavorare insieme a fare della struttura restituita alla città il cuore di una nuova socialità.” Conclude Parello