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Mattarella ad Agrigento, lettera della Cisl: “questa provincia si è fermata con la terza rivoluzione industriale”

mattarella“Caro Presidente, diamo “fiato alle trombe” direbbe un noto presentatore, cosicché il rituale del muro del pianto e della speranza che altri si occupino dei nostri problemi si ripropone ogni volta che una personalità come la Sua ci onora di una visita”.

Inizia così la lettera che anche la segreteria provinciale della Cisl, presieduta dal segretario Maurizio Saia, rivolge al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita domani nella città dei Templi per il 150° anniversario della nascita di Luigi Pirandello.

“Questa è una splendida Città che ha dato i natali a uomini illustri, che ha affascinato poeti e viaggiatori e che merita cittadini laboriosi e impegnati attivamente per combattere le ingiustizie sociali, le iniquità e la mala gestione del bene pubblico. Ci saremmo aspettati che il cerimoniale prevedesse un incontro tra chi rappresenta e lotta per i diritti negati ed il Capo dello Stato, come già accaduto nelle precedenti visite presidenziali, un incontro che non sarebbe servito solo per lagnarci, come siamo bravi a fare, che in questa terra è stato mortificato il lavoro, che le pensioni sono le più povere d’Italia e la politica ha creato disuguaglianze perenni, che il diritto di lavorare è stato tolto ai nostri giovani, che la crisi ha devastato le nostre famiglie ponendole ai margini della società, che questa provincia si è fermata con la terza rivoluzione industriale e, non sapendo più riconvertirsi, l’industria è scomparsa ed il turismo fatica a decollare, non solo per questo Caro Presidente avremmo gradito un incontro, tutto questo Lei lo sa già…ma per illustrarLe le bellezze storiche e monumentali di una terra che Lei certamente ben conosce, per raccontarLe delle grande potenzialità dei nostri ragazzi, giovani straordinari, con tanta capacità e voglia di fare che hanno nel loro DNA la forza del rinnovamento, utile per sconfiggere il populismo di una generazione non più giovane, stanca e logorata dalle incertezze maturate durante questi anni di crisi”.

“Siamo rimasti gli uomini descritti dal nostro grande drammaturgo Luigi Pirandello, siamo riusciti a trasformare il pensiero “pirandelliano” in una accezione a tratti negativa, che rappresenta certamente un popolo forte, solidale e generoso ma anche incoerente, dalle mille sfaccettature al limite tra ironia e comicità, capace di tollerare gravi ingiustizie e di polemizzare sul nulla. Ma è per questo Presidente, perché i nostri figli sono migliori di noi, che non possiamo credere che il meglio per questa terra sia già passato, è per questo che non possiamo rassegnarci alla deriva….chissà …se bastasse un ” bootstrapp “, un nuovo avvio, una ripartenza, chissà Presidente, forse servirebbe un contributo straordinario, l’autorizzazione per un aeroporto, l’attivazione di un interruttore in grado di accendere questo grande potenziale, chissà Presidente se ci desse Lei una nuova opportunità”, conclude Saia.

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