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Pensione integrativa: gli italiani ne sanno poco e non se ne parla

pensioniIn Italia si parla spesso di pensione ma, a conti fatti, in pochi sanno che ci sono delle soluzioni pensionistiche complementari. Da questo punto di vista i dati parlano chiaro: sono tra i più bassi tra quelli registrati nei paesi Ocse.

A rilevarlo è stata una ricerca condotta da State Street Global Advisors, in collaborazione con Prometeia. Stiamo parlando, nello specifico, della ricerca che prende il nome di “La Ri-Evoluzione delle Pensioni: Rapporto sullo Stato dell’Arte delle Pensioni Italiane”.

Cosa è emerso nel dettaglio? Il quadro generale è di quelli che lasciano un po’ di scoramento.

È stato, infatti, rilevato che la maggior parte degli italiani ignorano quasi del tutto la possibilità di aderire a delle soluzioni che interessano le cosiddette pensioni integrative. Ma il dato che più lascia perplessi è che soprattutto i giovani, che sono la fascia più colpita dal problema, conoscono poco o nulla di queste soluzioni pensionistiche.

Ma facciamo il punto della situazione. Nel nostro paese, un lavoratore medio che lavora quanto previsto dalla legge pensionistica, può arrivare a ottenere un reddito che supera l’80% del proprio stipendio. Non male se si pensa che in altre parti del mondo la percentuale è di certo inferiore. Ma dove risiede il problema, allora? Ci si lamenta sempre del sistema pensionistico italiano ma, se non si va a fondo della questione, risulta difficile capire perché ci si dovrebbe spostare verso soluzioni integrative.

Il sistema pensionistico italiano è poco sostenibile se messo a confronto con gli altri del resto del mondo. Il perché è semplice da spiegare: la popolazione invecchia rapidamente e non c’è ricambio generazionale e, pertanto, risulta difficile sostenere materialmente un numero sempre crescenti di pensioni.

Da qui derivano diverse riforme pensionistiche che, però, a conti fatti non stanno portando dei miglioramenti tangibili. Anzi. Sappiamo bene che l’età pensionabile è stata aumentata e questo è solo uno dei tanti aspetti da prendere in considerazione. Si cerca, quindi, di mandare in pensione i lavoratori il più tardi possibile, in modo tale da riuscire a rendere il sistema più sostenibile.

A tutto questo si potrebbe ovviare con l’adesione a dei metodi alternativi, ma così non è. In Italia, infatti, quasi nessuno investe su una pensione integrativa. Guardando i dati, le somme investite in tal senso sono pari al 9,6% del PIL e questa somma è irrisoria se confrontata rispetto a quelle fatte registrare da altri paesi dell’Ocse.

Quindi, in molti si lamentano del sistema pensionistico italiano e della totale della pensione percepita o percepibile, ma in pochi fanno qualcosa per assicurarsi un futuro migliore da questo punto di vista.

Il 75% dei giovani under 35 intervistati hanno detto di avere poche o nessuna informazione in merito alle pensioni integrative: eppure sono proprio loro che saranno maggiormente a rischio nel futuro. Altri, invece, hanno dichiarato che queste soluzioni, che pur conoscono, sono troppo care e difficili da sostenere.

A questo punto, però, è bene sottolineare che esistono diverse soluzioni di pensioni integrative. Così come sottolineato dagli esperti di AffariMiei, ciascuno dovrebbe individuare il prodotto più consono alle proprie esigenze. Naturalmente, in tutto questo è sempre utile affidarsi a un professionista in grado di dare i giusti consigli in merito, proprio perché si tratta di andare a investire parte dei propri guadagni attuali per facilitare il futuro.

Le soluzioni, come detto, sono tante e ci sarà sicuramente quella più vicina alle proprie esigenze. Esistono fondi pensione, piani individuali pensionistici e moltissime altre possibilità da prendere in considerazione al fine di andarsi a creare una sorta di cuscinetto integrativo, da sfruttare nel momento in cui si smetterà di lavorare.