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Sicilia in controtendenza: appena 271,4 euro l’anno la spesa pro capite in gioco d’azzardo

Soldi a palate inseriti nelle macchinette e giocati nelle scommesse

Il gioco d’azzardo in Italia ha assunto un ruolo sempre più preponderante.

Solo nel 2016 la raccolta, ovvero l’insieme delle puntate, è stata pari a 96 miliardi di euro con un incremento di circa l’8% rispetto al 2015, quando fu superiore agli 88 miliardi, come attesta l’articolo pubblicato da Freeslotmachine dal titolo: “Spesa pro capite e totale per il gioco: Lombardia regina, Calabria fanalino di coda”. La spesa, ovvero la raccolta meno le vincite di gioco, si è invece stabilita sui 19 miliardi. Nel 2015 furono 17.5.

Il settore dei Giochi è ormai una dell’industrie più potenti nel nostro Paese. Il diffondersi del gioco d’azzardo in Italia, però, ha anche due controindicazioni che si ripercuotono sui cittadini. Il primo è il diffondersi del GAP (gioco d’azzardo patologico), il secondo il proliferare del gioco illegale. Stando agli ultimi dati diffusi, in Italia ci sono circa 900.000 persone affette da ludopatia. Questa patologia si sta diffondendo anche tra i giovani a causa del proliferare del gioco online (in particolare le scommesse). Per quel che riguarda il gioco illegale, invece, va detto che è un fenomeno che si sta tentando di debellare. Calcolando il triennio 2014-2016, il numero di siti fuori legge è passato da 3116 a 788. Il merito va non solo ai controlli effettuati, ma anche ad una legislazione sempre più attenta al fenomeno, sia a livello nazionale che regionale.

Ad oggi, in tutta Italia, solo tre regioni non si sono ancora dotati di una legislazione sul gioco d’azzardo. Si tratta di Calabria, Sicilia e Sardegna. In Sicilia, dopo anni di vuoto legislativo, sembra essere finalmente arrivato il momento di promulgare la legge. Questa verrà ratificata, unendo le nove proposte di varie parti politiche presentate nel corso della legislatura. I punti cardine sono il distanziometro di 500 metri, la disciplina degli spazi pubblicitari relativi al gioco e gli sgravi sulle tasse locali per gli esercizi commerciali che non utilizzino alcun tipo di gioco online. Verranno, inoltre, indetti corsi di formazione obbligatoria per i gestori delle sale da gioco e dei locali.

C’è, però, una sentenza del Tar siciliano che ha già tracciato un percorso legislativo chiaro per quel che concerne il gioco d’azzardo. Recentemente, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto il ricorso di un gestore di scommesse, contro un provvedimento del Questore di Catania. Quest’ultimo aveva negato la richiesta di autorizzazione all’esercente di svolgere l’attività di raccolta di scommesse sportive perché, in ben nove controlli, l’uomo era stato trovato in compagnia di pregiudicati. Questo faceva pensare ad una sorta di “società” tra l’uomo e i pregiudicati. Letto al di fuori del burocratese, questa sentenza è una sorta di manifesto contro il gioco illegale: nella regione, infatti, non è possibile dare la licenza per aprire centri di scommesse, a pregiudicati.

Va detto che la Sicilia è una delle regioni con la spesa pro capite annua più bassa per quel che riguarda il gioco d’azzardo: appena 271,4 euro l’anno. Solo in Basilicata (270,52) e Calabria (186.74) si gioca di meno. Questo dato è in apparente contraddizione con un altro. La regione è, infatti, la sesta per quel che concerne la spesa totale con 1.138 miliardi di euro. Solo Lombardia, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte spendono di più. Questo significa che i siciliani, giocano poco in relazione alla popolazione, ma giocano parecchio se paragonati a livello nazionale.

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