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A San Leone gli studenti del Liceo Ginnasio “Empedocle” di Agrigento trasformano la spiaggia dell’ex Lido Aster in un laboratorio per monitorare e classificare i rifiuti

L’iniziativa si è tenuta nella giornata di mercoledì 7 novembre ed è stata organizzata dal circolo “Rabat” di Agrigento in collaborazione con gli uffici delle riserve naturali “Macalube di Aragona” e “Grotta di Sant’Angelo Muxaro” gestite da Legambiente Sicilia nell’ambito di Clean Sea Life, il progetto europeo di cui Legambiente è partner e che ha come obiettivo quello di accrescere l’attenzione dell’opinione pubblica sui rifiuti marini al fine di promuovere l’impegno attivo e costante dei cittadini nella prevenzione e nel contrasto di questa grave emergenza. A due anni dal suo avvio il progetto Clean Sea Life ha infatti coinvolto oltre cinquemila persone fra diportisti, subacquei, pescatori professionisti e sportivi, studenti e comuni cittadini in attività di pulizia che hanno permesso di raccogliere e smaltire quasi dieci quintali di rifiuti in tutta Italia.
Ed è proprio per contribuire a salvaguardare il nostro prezioso ecosistema marino che il circolo Legambiente di Agrigento ha aderito al progetto individuando quale area in cui operare un tratto di spiaggia che, ricadendo nelle immediate adiacenze della piazza centrale della frazione balneare di San Leone, risente pesantemente dei comportamenti tutt’altro che civili di chi la frequenta praticamente tutto l’anno. In ragione di ciò gli studenti sono stati impegnati non nella semplice pulizia ma anche in un’attività di monitoraggio scientifico dei rifiuti, effettuata tramite un protocollo riconosciuto a livello europeo. I dati così acquisiti confluiranno in uno studio ad ampio raggio del fenomeno dello spiaggiamento dei rifiuti, soprattutto rispetto a quantità e possibili fonti, e consentiranno di mettere in campo azioni mirate a combattere la dispersione dei rifiuti nell’ambiente marino e costiero e conseguentemente a limitare i rischi che la loro presenza comporta.

I rifiuti marini, infatti, sono una delle principali minacce agli ecosistemi marini. Sono circa 180 le specie marine mediterranee che ingeriscono rifiuti marini: dalle cozze alle balene, dagli squali alle sardine, tartarughe, capodogli e uccelli marini, tutti possono ingerire o rimanere intrappolati nei rifiuti abbandonati. Il problema maggiore è posto proprio dai rifiuti in plastica, che rappresentano oltre l’80% dei rifiuti che si rinvengono in spiaggia e sui fondali, rifiuti che con il tempo si sbriciolano, senza mai sparire del tutto, destinati a esser ingoiati per errore dagli stessi pesci, crostacei e molluschi che arrivano poi sulle nostre tavole.

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