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Agrigento, appalto sui rifiuti: la Procura vuole vederci chiaro

tribunale agrigentoSecondo quanto rivelato in anteprima dal settimanale agrigentino “Grandangolo”, la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta sull’appalto relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani ad Agrigento.

Un bando al centro di numerose polemiche politiche che ha anche portato la CasArtigiani, rappresentata dall’avvocato Stefano Catuara, a presentare un ricorso al Tar Sicilia. Fra i tanti aspetti “oscuri” della vicenda il fatto che vi siano delle incongruenze nel bando, dal valore di 15.855.141,56 euro, gestito dal Comune di Agrigento e non dall’Urega come prevedrebbero le norme vigenti.

La Procura ha infatti voluto ascolta l’ex commissario straordinario del Comune di Agrigento, Luciana Giammanco, per avere chiarimenti sull’espletamento della gara e la necessità di bandire la stessa a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato.

Inoltre i pm hanno voluto ascoltare anche il dirigente comunale del servizio, Gaetano Greco, per avere illustrato l’iter seguito per lo svolgimento della gara fino ad arrivare all’assegnazione dell’appalto.

Sulla vicenda, si ricorderà, era anche intervenuto più volte l’ex vice presidente del consiglio comunale di Agrigento, Giuseppe Di Rosa, che proprio sulla vicenda “rifiuti” ebbe ad affermare: “La vicenda risale al 2014 quando il Consiglio comunale dimissionario aveva deliberato la gestione rifiuti in house e non affidando a ditte appaltatrici esterne in modo tale di avere un potenziale risparmio in bolletta del 40%. Successivamente il comune emana invece un bando per la gestione dell’appalto su indicazione del commissario Giammanco. Il problema del bando è alquanto sostanziale perché così come riportato dalla legge regionale, il vicesindaco Luparello aveva dato disposizioni al dirigente che le gare superando il milione e duecentocinquantamila euro dovevano essere espletate dall’Urega che è l’ufficio regionale. Succede invece che viene emanata nuova disposizione che dà la possibilità di consegnare le buste presso il comune di Agrigento e che in data odierna si sarebbe provveduto alla apertura delle buste. Senza curarsi di ripubblicare questa decisione sulla Gazzetta ufficiale sia regionale che europea. E quindi succede che una azienda del nord che seguiva il tutto tramite Gazzetta ufficiale non ha più questa informazione. Inoltre nell’elaborato del piano rifiuti che aveva redatto l’ing. Buonuso, i suoi specchietti riepilogativi sono identici a quelli del bando 2007 ed è strano che si utilizzino i vecchi schemi“.

La gara, svolta lo scorso 26 maggio, fu affidata alla ditta Iseda srl; insieme a quest’ultima parteciparono altre due imprese: la Ambiente 2.0 di Assago e la Ciclat Trasporti Ambiente di Ravenna (entrambe escluse per mancanza di requisiti).

Attualmente non sembrerebbero esserci iscritti nel registro degli indagati, anche se non è escluso che nei prossimi giorni ci possano essere ulteriori accertamenti da parte della procura agrigentina.

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