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Agrigento, chiesta ordinanza per i lavori di ripristino in via San Girolamo

lavori via san girolamoIn una lettera inviata al sindaco di Agrigento, al Prefetto e al presidente del Tribunale di Agrigento, un agrigentino chiede di emanare una ordinanza ex art. 54 TUEL per i lavori di ripristino della viabilità in via San Girolamo.

“La chiusura della strada in oggetto indicata, che si protrae da più di tre mesi, – si legge nella lettera a firma del dott. Antonio Calma – ha ormai assunto tutte le caratteristiche di una vera e propria novella di Pirandello (non poteva essere diversamente riguardando, la vicenda, la terra natia dell’illustre concittadino) il cui finale è ben lungi dall’essere scritto”.
“Pur essendo nato ad Agrigento, da anni lavoro e vivo lontano ma torno, avendo un piccolo appartamento proprio in via San Girolamo, 2-3 volte l’anno, durante le ferie, per fare visita ai parenti, tra cui mia madre, per ritrovare gli amici di un tempo e, soprattutto, per godere delle innumerevoli bellezze della nostra città.
Ogni volta che metto piede ad Agrigento, spero sempre di trovare una città normale, ma purtroppo presto la speranza sparisce per lasciare il posto alla delusione, all’amarezza e alla rabbia che diventa indicibile quando tocco con mano che nulla è cambiato e che la città ha i soliti annosi problemi, come la mancanza dell’acqua corrente, i depuratori che non funzionano, l’abbandono e il depauperamento dei beni pubblici (Palazzo dei Congressi, Palazzo Tomasi) e dei beni architettonici e monumentali (Cattedrale, Chiesa di S. Spirito, Porte Medievali), nonché i lavori pubblici necessari per risolvere i più svariati problemi che procedono quasi sempre a rilento e che a volte assumono i contorni dell’assurdo come la vicenda in premessa citata.
La suddetta strada, in qualsiasi città d’Italia, dopo poche settimane per non dire giorni sarebbe stata riaperta con celere esecuzione dei lavori necessari per la messa in sicurezza; invece succede che, per una vicenda giudiziaria di carattere civilistico tra Girgenti Acque e un privato nella quale mi risulta sia stato trascinato anche il Comune, tutto è fermo in attesa dell’esito di un ATP (Accertamento Tecnico Preventivo) che è una procedura, come è noto, che ha lo scopo di “fotografare”, come nel caso in discussione, la situazione dei luoghi prima di agire giudizialmente per accertare eventuali responsabilità ai fini risarcitori.
Tale procedura, che avrebbe dovuto essere attivata immediatamente dopo i problemi verificatisi nel fabbricato posto all’inizio della strada, risulta ancora non conclusa in quanto, pare, che il CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio), dopo aver effettuato, sempre con tempistica affatto celere e non urgentissima come richiederebbe il caso in esame, il previsto sopralluogo ha chiesto di poter esaminare della documentazione (perchè non chiederla prima?) per cui pare abbia rinviato, per quali motivi non è dato sapere, al 29 c.m. (data dapprima prevista per il citato sopralluogo che è stato anticipato al precedente giorno 17) prima di depositare la relazione conclusiva attraverso la quale dovrà esporre al giudice le sue considerazioni tecniche.
Detto questo, risulta incomprensibile e, ad avviso di chi scrive, palesemente omissivo il comportamento del Sindaco che, per quel che è dato sapere, non sembra aver preso in considerazione e quindi non ha ancora emesso una più che doverosa ordinanza (contingibile e urgente) ai sensi dell’art. 54 c. 4 TUEL, per imporre l’esecuzione dei lavori che non possono attendere la conclusione di vicende giudiziarie che per la loro natura di accertamento di responsabilità risarcitoria nulla hanno da spartire con l’urgenza di “liberare” il quartiere i cui abitanti, tra cui il sottoscritto durante il periodo natalizio, sono stati letteralmente segregati.
Si pensi a tutte le problematiche che si possono verificare per l’impossibilità di accedere, sia ai mezzi pubblici, quali ambulanze e camion dei vigili del fuoco, sia ai mezzi privati, in quanto solo quelli di piccolissime dimensioni possono transitare dal “pertugio” di via Iacono dopo aver fatto un lungo e tortuoso percorso.
Infatti va tenuto presente che in caso di incendi o gravi malori (ad es. ustioni, infarto), l’intervento, che dovrebbe essere immediato, sarebbe impossibile o notevolmente ritardato per cui in caso di decesso di qualcuno, le responsabilità personali del protrarsi della chiusura della strada sarebbero palesi e macroscopiche e comporterebbero conseguenze, a parere di dello scrivente, pesantissime anche di tipo penale.
Va detto che, secondo costante giurisprudenza del Consiglio di Stato, nel caso in discussione ci sono tutti i requisiti per emettere l’invocata ordinanza che il Sindaco, al quale va riconosciuta la serietà e l’apprezzabile impegno profuso in questi primi mesi della sua gestione per migliorare la vita dei cittadini, è tenuto a formalizzare quale Ufficiale di Governo e che in caso di inerzia, ai sensi del c. 11 dell’art. 54 citato e dell’art. 120 della Costituzione, il Prefetto, nell’esercizio dei poteri sostitutivi che la legge gli riserva, dovrebbe, altrettanto tempestivamente, emanare al posto del Primo Cittadino.
Nel formulare, in conclusione, espressa richiesta alle Autorità in indirizzo di voler adottare, prima possibile, i provvedimenti richiesti, chiede, altresì, alla cortesia del Sig. Presidente del Tribunale e Sig. Giudice nominato nel procedimento di ATP in essere, di voler stabilire, qualora non fosse stato già disposto, un termine brevissimo per il deposito della relazione del CTU”.

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