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Politica

Agrigento, Civiltà (Fi) su scarcerazione Totò Cuffaro

giovanni civiltà Forza Silvio“Salvatore Cuffaro ex presidente della Regione siciliana, condannato a 8 anni per concorso esterno in associazione mafiosa è stato il governatore che i siciliani hanno voluto alla guida della regione con l’elezione diretta nel 2001”.

Ad intervenire è il consigliere comunale di Agrigento, Giovanni Civiltà (in foto), che aggiunge:

“Uomo potente Cuffaro, è stato un uomo discusso, è stato un uomo odiato, è stato un uomo adorato, è stato un uomo vincente, è stato un Vicerè, è stato un uomo che la vita ha segnato per sempre, è stato un soldato, è stato un uomo invidiato, è stato un uomo perdente, è stato un servo del suo popolo, è stato presidente, è stato un uomo fragile, è stato uomo importante e uomo influente. Furbo, scaltro, intelligente, grande tessitore di relazioni, uomo disponibile al dialogo e alla pace. Uomo dalle 250.000 preferenze, capace da solo di trascinare in Senato con la sua forza elettorale ed il suo carisma un intero movimento partendo dalla Sicilia. Il popolo isolano lo acclamò per ben due volte, e gli affidò quel mandato straordinario nato dalla democrazia delle urne con il preciso compito di guidare quella regione per tanto tempo costretta a subire la volontà di uno Stato che troppo poco aveva concesso all’autonomia dell’Isola”.

“E’ stato un uomo che ha provato a difendere quella terra brillante, simbolo di lucentezza e dal sapore amaro che ha divorato come lui i suoi figli più premurosi ed ossequiosi. È stato un uomo che ha incarnato la rappresentazione simbolica di un’idea di potere vicino alla gente. Fu un politico che nonostante abbia ricevuto l’infamante accusa di avere favorito l’associazione mafiosa, lui che la mafia l’ha combattuta e schifiata, impegnò le sue forze costruendo nell’isola che governò, durante il suo mandato, caserme e presidi di legalità. Fa sorridere oggi quell’antimafia di facciata urlata dal governatore Crocetta circondato da chi deride quei figli vittime della vera lotta alla mafia. Quello che ci sorprendeva era la sua straordinaria capacità di ricordare e non dimenticare. È stato un uomo, Salvatore Cuffaro, che ha attraversato la foresta della vita con la sicurezza di un elefante. È stato un uomo che ha sbagliato. È stato un uomo che non ha urlato la sua innocenza, è stato un uomo che ha sofferto nel silenzio di una cella. È stato un uomo che ha pagato un prezzo alto, ed è per questo che il Presidente, colui che ebbe per tanto tempo la Sicilia ai suoi piedi, ha il diritto di riavere la libertà perduta e volare lontano da quegli uomini che un tempo come iene e sciacalli hanno approfittato della sua vicinanza ed amicizia, per ingraziarsi il potere”.

“Questo era Cuffaro: uomo troppo disponibile e amico verso tutti. Questo fu il grande limite del politico che volle parlare, conoscere e ascoltare tutti. Verbi che oggi la politica coniuga sempre meno per la paura di mostrare il volto dell’incapacità a chi crede ed ha speranza in questa terra. Non consulenze, non prebende, non incarichi, non candidature, ho ricevuto da quell’uomo che è ritornato alla vita dopo cinque anni di carcere scontati sino all’ultimo giorno. Ho sempre creduto che fosse estraneo alle accuse che a lui furono mosse, ho sempre sostenuto come molti che Cuffaro avrebbe vinto difendendosi non dal processo ma nel processo che il carcere non se lo sarebbe mai fatto che avrebbe come molti altri politici comuni, continuato a fare politica e a far crescere nuove generazioni. Invece mi sbagliavo. Agli uomini che hanno servito la propria terra non è permesso appunto cadere; a loro non è concesso. Agli uomini potenti ed innamorati della loro terra per la quale hanno sacrificato, anche e soprattutto, la loro vita affettiva e familiare, non è permesso”.

“Sono consapevole – afferma Civiltà – che l’ex Presidente della Regione Sicilia, uomo che allargò le braccia ad un allora giovane consigliere comunale, non potrà più parlare a chi in lui aveva riposto fiducia e speranza, e sono consapevole che la Sicilia difficilmente troverà lungo il suo irto percorso un politico che amerà questa terra come l’ha amata lui. A Totò che potrà presto riabbracciare quella madre che lo ha atteso in gran pena per anni, auguro che la sua vita possa ritornare ad essere un’esistenza semplice e lontana dalle responsabilità di una straordinaria isola che oggi libera non è”.

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