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Regioni ed Enti Locali

Agrigento, Consiglio Confederale UIL: il Sindacato rivendica un cambio di passo della politica

Si è svolto ieri pomeriggio, presso la Sede Provinciale della Uil di Agrigento, il Consiglio Confederale per discutere le tematiche attinenti alla situazione politico-sindacale, agli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil di giorno 30 novembre ed all’analisi delle attività sindacali e dei servizi svolti nell’anno in corso.
L’incontro si è svolto alla presenza del Segretario Generale Gero Acquisto e dei membri del Consiglio Confederale della Camera Sindacale Territoriale Linda Bellia, Fabrizio Danile, Giovanni Miceli e Lillo Burgio, oltre a tutto il gruppo dirigente rappresentato dalle categorie presenti sul territorio.
Nella riunione si è evidenziata la situazione sempre più deficitaria a livello politico del governo nazionale che, dopo una prima accelerazione, sta incontrando delle oggettive difficoltà a far ripartire l’economica e il Sud, a causa di una Legge di Bilancio per la quale la maggioranza si è incartata in una linea dura contro l’Europa, cercando poco il dialogo con le forze sociali del Paese.
Si era partiti da una finanziaria espansiva che aveva previsto tre capisaldi: reddito di cittadinanza, quota 100 e pace fiscale, con annessa tassa piatta, che da recenti notizie dovrebbero rientrare in decreti o ddl espunti dalla legge di bilancio. Ad oggi ci troviamo con cambi di passo ed equilibri molto fragili che possono portare a un netto arretramento sociale e a una instabilità politica e di tenuta dei conti come minaccia Bruxelles, in cui i mercati andrebbero a cozzare con le riforme promesse agli italiani da parte di questo governo gialloverde o comunemente chiamato del cambiamento.
Finora si sono visti solo i titoli, i sottotitoli sono tutti da scoprire e le frizioni continue nel governo non aiutano il dialogo e una ripresa economica che aspettano tutti. Da tutto ciò le segreterie confederali hanno deciso di far sentire la propria voce attraverso un attivo unitario che si svolgerà ad Agrigento giorno 30 novembre.
Emerge, inoltre, che il Mezzogiorno in questa finanziaria non sembra avere grandi chance di ripresa e che i circa 21 miliardi a deficit non vedono politiche di welfare di crescita economica e occupazionale per l’area più depressa del Paese. Anche perché la Sicilia e la provincia di Agrigento, al netto dei report economico-sociali, si trova in netto affanno con emergenze e lentezze croniche; e finora le politiche per il Sud non hanno portato benefici ma hanno alzato la soglia di povertà e il tasso di emigrazione. Appare preoccupante la mancanza di programmazione e realizzazione di progetti, quali il Patto per il Sud e i fondi Po.Fers, che viaggiano peggio di una locomotiva a carbone, amplificata dalla cronicità delle problematiche contingenti: dalle strade, alla manutenzione del territorio, con i rischi di altri disastri idrogeologici.
Per uscire da questa empasse e da questa desertificazione sociale, bisogna tornare a confrontarsi con il sindacato e con il territorio ed evitare di commettere passi falsi. E ci aspettiamo molto di più dal governo regionale che in questo primo anno di attività ha tirato a campare e non ha saputo dare le adeguate risposte ai siciliani e al processo di riforme che aveva sottoscritto nel programma di governo.
Su sanità e scuole la situazione in questi anni non è migliorata, aspettiamo di vedere all’opera il nuovo Direttore Generale dell’Asp Santonocito e di capire la tempistica sulla messa in sicurezza del piano scuole in provincia approvato dal governo regionale: preoccupano molti istituti scolastici vetusti e costruiti più di 60 anni fa ed a oggi fuori norma.
Altresì, per quanto concerne il corredo industriale, in questo territorio sono rimaste in vita pochissime aziende sopra i 50 dipendenti, a rappresentare la crisi e la sofferenza delle aree industriali e artigianali nella produzione e nell’esportazione di prodotti.

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