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Editoriali

Agrigento e la critica della “ragion agrigentina”

segnaletica girgentiUna delle parole più usate nel linguaggio moderno è “critica“. Una parola che, seppur staccandosi in parte dalla sua naturale etimologia, nel senso comune si sottintende che debba riportare pareri negativi e antitetici.

Ad Agrigento sono molti i pensieri “critici” che circolano sul “modus operandi” di amministratori, imprenditori, gente di prim’ordine o semplici cittadini che cercano di “costruire” qualcosa per la propria città.

La critica è sempre stata indice di crescita e sprono per fare meglio, ma quello che accade in quella che da molti è ancora definita terra di “pirandelliana” memoria, ha dell’assurdo. Tutto il contrario di tutto. Più che critici, molti dei pensieri che veicolano fra i “bar” o i “social” agrigentini è di “relativismo” assoluto. 

Nella città dei Templi quello che molti da anni hanno criticato, è il modo di fare Agrigento città turistica. Una città dove il turista possa “sentirsi” a casa, coccolato e seguito negli incantevoli posti da visitare e ammirare. La Valle dei Templi, il centro storico, il Museo archeologico, il Giardino della Kolymbethra, esempi tipici che con tante altre “bellezze” fanno di questa città una fra le più belle del mondo. Cultura, arte, storia, cucina, clima, che da sempre hanno caratterizzato Agrigento con una naturale vocazione: il turismo

Eppure, da decenni, la mancanza di una seria politica di sviluppo turistica ha permesso che Agrigento non decollasse in questo settore. Complice la mancanza di una strategia di sviluppo, quello che da sempre è mancato, è l’abc di una città turistica: servizi. Agrigento è sempre stata una città dal turismo “mordi e fuggi”, una realtà che a causa della mancanza di servizi primari al “turista” è solo “servita” per ampliare l’offerta al turista che alloggia in altre realtà siciliane.

Sono anni che ad Agrigento molti hanno lamentato l’assenza di uno dei servizi più essenziali e banali: la segnaletica turistica; indicazioni stradali su come raggiunge questo o quel posto da visitare. Niente più “girotondi” per la città alla ricerca della Cattedrale o della Valle dei Templi, ma semplici indicazioni che possano “guidare” il turista in un percorso autonomo, così come accade in qualsiasi altra parte del mondo.

Qualcuno in questi giorni aveva però gridato al miracolo, molti altri hanno invece preferito alimentare presunti “scandali” o “errori” nell’indicazione riportate in quelle tabelle segnaletiche che sono state installate in tutta la città. Agrigento finalmente aveva la sua segnaletica stradale turistica. Segnali dallo sfondo color “marrone” che forse pochi sapevano essere indice di “segnali turistici”. Eppure, anche per una “conquista” arrivata dopo decenni c’è tempo per quelle “critiche” dal sapore “agrigentino”.

Agrigento è anche questa, “critica”; quella critica che, si spera, un giorno possa essere realmente tale e possa far crescere ognuno di noi.

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