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Apertura Cronaca

Agrigento, estorsione e tentata estorsione a disabili: condanna per avvocatessa Picone e sorella

Quattro anni di reclusione per l’avvocatessa Francesca Picone e un anno e otto mesi, pena sospesa, per la sorella Concetta.

E’ questa la sentenza di primo grado emessa dal giudice del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato, nell’ambito del processo che ha visto le due sorelle imputate per le ipotesi di reato di estorsione e tentata estorsione.

In particolare, alle 16 il giudice ha letto la sentenza che condanna l’avvocatessa Francesca Picone a quattro anni di reclusione per due episodi di estorsione e la sorella, Concetta Picone, a un anno e otto mesi per l’estorsione al solo cieco.

La due sorelle sono state altresì condannate a risarcire le parti civili rappresentate dagli avvocati Arnaldo Faro, Salvatore Pennica, Gisella Spataro e Giuseppe Arnone, con quantificazione che si terrà in sede civile ma con provvisionale prevista per un importo complessivo di 50 mila euro.

Il pm Alessandra Russo, a termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a cinque anni di reclusione per l’avvocatessa Picone e a un anno e otto mesi per la sorella, consulente fiscale di un patronato.

Come si ricorderà, secondo l’accusa, l’avvocatessa Picone avrebbe costretto alcuni clienti nell’ambito di una causa previdenziale per ottenere il cosiddetto accompagnamento per figli o familiari portatori di handicap a pagare una parcella supplementare rispetto a quella stabilita dal tribunale e ritenuta sproporzionata rispetto alla tipologia di controversia trattata e malgrado il pagamento dei compensi fosse stato già liquidato.

In un altro caso, sempre secondo l’accusa, l’avvocatessa Picone avrebbe minacciato una delle sue assistite di bloccare la procedura finalizzata ad ottenere il pagamento dell’indennità del figlio minore se non avesse provveduto a consegnare una cifra di 15.000 euro.

Le sorelle Picone, che si sono sempre professate innocenti, sono difese dagli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello che hanno già preannunciato ricorso.

Soddisfatta la procura della Repubblica di Agrigento, “sia per il lavoro dei militari della stazione carabinieri di Realmonte che per l’attento operato dei sostituti procuratori della Repubblica di Agrigento Carlo Cinque, Alessandro Macaluso e Alessandra Russo che – hanno reso noto dal quinto piano del palazzo di giustizia – hanno consentito di ottenere giustizia per le vittime, tutti soggetti svantaggiati, delle due imputate”.

Il deposito delle motivazioni avverrà entro 90 giorni.