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Agrigento: Firetto, Fontana e Vitellaro rispondono alla nota della Cgil sul commissariamento per la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti

firettoA leggere la nota che oggi la CGIL Funzione Pubblica ha inviato all’assessore Contrafatto si rimane letteralmente basiti. Basiti perché contiene plateali falsità, clamorose “erronee interpretazioni” delle norme, nonché la richiesta di commissariamento della prima amministrazione della storia della città di Agrigento che stia provando a tutelare gli interessi dei cittadini piuttosto che quelli delle imprese che svolgono i servizi di pubblica utilità. Che sia proprio questo il problema?

Inizia così la risposta che il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto (in foto)e l’assessore all’Ambiente, Mimmo Fontana, in replica alla nota della Cgil.

Cominciamo, dalle falsità. – sottolineano Firetto e Fontana – La CGIL, così come tutti gli altri sindacati, ha avuto modo d’incontrare più volte l’amministrazione per affrontare il tema facendo le proprie proposte: gli incontri formali (quelli informali li lasciamo fuori dalla contabilità) sono stati quattro presso Palazzo di Città e tre presso il tavolo di crisi indetto dalla Prefettura di Agrigento. In quelle sedi, le proposte della CGIL, incredibilmente coincidenti con quelle delle aziende che hanno vinto la gara, sono state valutate dall’amministrazione come si è fatto con tutte le altre. Non sono state ritenute praticabili per ragioni che andavano dall’inopportunità all’ illegittimità. In ognuna di quelle occasioni l’amministrazione di Agrigento ha esplicitamente chiarito tali valutazioni e ha ribadito la decisione di tutelare al contempo, la legalità, l’interesse dei cittadini agrigentini ad avere un servizio efficiente a costi accettabili, nonché la tutela del posto di lavoro degli operatori ecologici“.

L’ultima proposta della CGIL, che ancora nella nota odierna si ribadisce, è impraticabile perché “interpreta erroneamente” la norma citata. Nel caso in specie, infatti, non vi è alcun fatto imprevisto che possa giustificare una variante, a meno che non si voglia intendere come tale l’elezione di un’ammnistrazione che è convinta assertrice della necessità di dotare prima possibile la città di un nuovo sistema di gestione integrata dei rifiuti fondato sulla raccolta differenziata. Come è stato più volte spiegato alla CGIL, così come alle aziende in occasione degli incontri in prefettura, aderire a tale proposta coinciderebbe con il commettere una palese illegalità“.

Addirittura surreale è la richiesta di commissariamento per “riportare alla legittimità gli atti posti in essere dal Comune di Agrigento”. Ogni cittadino, e quindi anche le organizzazioni sindacali, hanno l’obbligo civile di rivolgersi alla magistratura quando ritengono che sia stati compiuti atti illeciti o illegittimi. In quest’ultimo caso, prima ancora che all’assessore Contrafatto, la CGIL avrebbe dovuto rivolgersi alla magistratura amministrativa. Non ci risulta che l’abbia fatto. Così come non ci risulta che prima d’ora abbia mai richiesto un intervento della Regione per il mancato rispetto delle percentuali minime di raccolta differenziata nella città di Agrigento. Stranamente succede adesso che c’è una nuova amministrazione da soli tre mesi. Un’amministrazione che non ha alcuna responsabilità nelle scelte fatte dal commissario che ha indetto la gara e che sta già alacremente lavorando per portare la raccolta differenziata domiciliare in tutta la città. Dovremmo ritenere che la CGIL non sapeva che il raggiungimento di percentuali del 65% di raccolta differenziata è un obbligo dal 1997 (decreto Ronchi), dal 2006 (codice ambientale) e poi ancora dal 2010 (LR 9/2010). Oppure giungere alla conclusione che si tratta di attacchi tanto velleitari quanto strumentali, ma soprattutto non utili per gli operatori ecologici licenziati perché si rivolgono all’interlocutore sbagliato“.

Le aziende – concludono Firetto e Fonatana – che hanno vinto la gara hanno fatto un ribasso d’asta enorme, il 35%, è solo per questo si trovano oggi in difficoltà nel mantenere i precedenti livelli occupazionali. L’amministrazione ha già più volte contestato tale circostanza e farebbe bene la CGIL a fare lo stesso (allineandosi agli altri sindacati ) piuttosto che portare avanti strumentalmente proposte prive di sbocchi reali, oltre che di logica“.

Della stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale Pietro Vitellaro:

Non vogliamo entrare nel merito della nota, inviata dal Segretario Provinciale “Buscemi” e Regionale “Di Marco” della Cgil Funzione Pubblica, sulla questione dei netturbini licenziati. E’ sufficiente ricordare a noi stessi ed a loro che hanno due grossi compiti: Il primo, molto nobile, è quello di difendere i diritti dei lavoratori con tutti gli strumenti giuridici a loro disposizione; il secondo compito, invece, è quello di dover rappresentare nella maniera più appropriata possibile una delle sigle sindacali più importanti della storia del nostro paese.
Invece, al contrario, prendiamo atto con questa nota che loro purtroppo preferiscono interessarsi di altro.
Invito pertanto i due rappresentanti del sindacato ad occuparsi concretamente nella difesa dei diritti dei circa 21 lavoratori ed a non farsi strumentalizzare da altri interessi.
L’obbligo di introdurre la raccolta differenziata nella gestione dei rifiuti è stato imposto negli anni 90. Come mai la CGIL Funzione Pubblica ha puntato il dito(solo adesso) nei riguardi di un’amministrazione che si è insediata solo da 3 mesi? Cosa ha fatto negli scorsi 15 anni?
La delicatezza della vicenda impone la massima serietà, non consente fughe in avanti ed ognuno ha il dovere di svolgere egregiamente il proprio ruolo.
Ogni tentativo di strumentalizzazione su questioni, così importanti, portato su terreni non praticabili, sarà stigmatizzato e rispedito al mittente con decisione.
Il nostro gruppo vigilerà con molta attenzione. Ad Agrigento, oggi serve altro!” 

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