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Regioni ed Enti Locali

Agrigento, Legambiente: “si revochi la variante al contratto sulla raccolta differenziata”

“Il sindaco Firetto revochi la delibera di approvazione della variante al contratto sulla raccolta differenziata”.

A chiederlo è il presidente del circolo di Legambiente di Agrigento Daniele Gucciardo che aggiunge:

“Abbiamo appreso che la Giunta Comunale di Agrigento ha deliberato la approvazione della variante al contratto di appalto per la R.D. che riconosce un aumento di circa 260 mila euro all’anno della remunerazione al raggruppamento temporaneo delle imprese esecutrici (RTI).
Il Comune di Agrigento con la variante da 260 mila euro all’anno (1,3 milioni in 5 anni):
●concede alla RTI un maggior numero di mezzi (camion) che dovranno essere utilizzati per raccogliere tutti i rifiuti che vengono abbandonati per strada;
●riconosce il fatto che nel progetto di gara, che la RTI si è aggiudicata, non sono state previste le cosiddette “sostituzioni”, cioè un quantitativo in più di personale;
●rinuncia all’uso dei mezzi elettrici (moto api) per la raccolta dei rifiuti nel centro storico, prevista nell’offerta tecnica migliorativa con cui l’ATI si è aggiudicata l’appalto.
Secondo noi questa variante non andava fatta per i seguenti motivi:
●la raccolta dei rifiuti abbandonati per strada era già prevista nel contratto d’appalto per il primo anno di esecuzione – gli esperti concordano sul fatto che si tratta di un’attività necessaria nella fase di attivazione della R.D.; se si apporta una variante di questo tipo significa che si “istituzionalizza” l’abbandono di rifiuti, mentre si dovrebbe contrastare. Di fatto, diventa un incentivo a non fare la R.D. poiché si “garantisce” agli sporcaccioni di potersi liberare della propria spazzatura più a cuor leggero. Ma vi è un’altra e più importante ragione per cui non si può tecnicamente giustificare la variante: come avviene in tutti i Comuni in cui si passa dalla raccolta stradale indifferenziata alla raccolta differenziata domiciliare, anche ad Agrigento si è avuta una riduzione della produzione dei rifiuti. Rispetto alle previsioni di gara la produzione di rifiuti ad Agrigento è calata del 21%. Per cui, se per raccogliere il 21% in meno la ditta deve adesso utilizzare due mezzi in più, significa che non è in grado di organizzarsi adeguatamente e questa inefficienza non può essere pagata dalla collettività; Nelle migliori realtà italiane, cioè quelle in cui le famiglie pagano una TARI da 2 a 3 volte inferiore a quella di Agrigento, il servizio si adegua periodicamente spostando mezzi e personale dalle tipologia di raccolta sovradimensionate a quelle sottodimensionate. É ciò che si sarebbe dovuto fare anche ad Agrigento;
●l’appalto è stato aggiudicato con la formula della “offerta economicamente più vantaggiosa”, cioè con la possibilità dell’ATI di modificare, migliorandolo, il
capitolato speciale d’appalto. La ATI ha addirittura previsto l’aumento delle frequenze di spazzamento, il che vuol dire che questa riteneva di poter svolgere il servizio abbondantemente con il personale e con il numero di mezzi previsto nel capitolato. Concedere l’aumento del personale per le sostituzioni dopo l’aggiudicazione dell’appalto e a oltre un anno dall’avvio del servizio appare ingiustificabile e ai limiti del lecito. Piuttosto c’è da chiedersi nell’interesse di chi ad Agrigento si continui a far prevalere lo spazzamento manuale quando nelle città più evolute lo spazzamento ormai avviene prevalentemente con piccoli mezzi meccanici.
●L’utilizzo dei mezzi di raccolta a trazione elettrica (motoape Piaggio), fa parte dell’offerta migliorativa formulata dalla ditta ed è peraltro uno dei punti di forza sui quali poggia l’aggiudicazione dell’appalto in ragione del vantaggio in termini di riduzione delle emissioni inquinanti e di comfort abitativo soprattutto per il centro storico. Ad oggi l’impresa non è riuscita a dotarsi di tali mezzi ma vorremmo sapere se ha comunque incassato la quota di ammortamento per l’acquisto di questi mezzi. Se così fosse la revisione del contratto avrebbe dovuto tenere conto di una compensazione detraendo la voce di spesa di detto ammortamento.
Se proprio occorreva fare una variante al contratto, questa non poteva che riguardare una riduzione del costo del servizio, piuttosto che un aumento, in ragione della riduzione del rifiuto trattato, ma anche del mancato raggiungimento dei risultati posti a base dell’offerta: 83% della raccolta differenziata
Abbiamo la netta impressione che modificare il contratto in questo modo equivalga non solo a “cambiare le carte in tavola” ma partecipare ad un gioco in cui c’è qualcuno che perde sempre e altri che, comunque vada, non perdono mai.
Ci preoccupa molto perché ci pare il primo cedimento di questa amministrazione a quel sistema che – anche ad Agrigento così come in molte altre città meridionali – si oppone all’avvio e al consolidamento della raccolta differenziata. Che si opponeva e si oppone con i soliti argomenti: non siamo pronti, gli altri sono più civili e non sporcano, prima ci vogliono gli impianti, le nostre città sono logisticamente più complesse. Tutte sciocchezze e amenità varie propalate da chi non ha mai messo il naso fuori da Agrigento o puntava a mantenere lo status quo. Cioè una città caratterizzata da migliaia di evasori della TARI, da lavoratori sottoutilizzati, da una gestione clientelare degli stessi.
Un cedimento che pare piccolo, 1,3 milioni di euro per tutto il contratto, ma che avrà conseguenze grandi: lo dovranno pagare gli agrigentini onesti che invece avrebbero meritato una graduale riduzione del costo; per contenere entro 1,3 milioni di euro il valore della variante il Comune rinuncia ad alcune migliorie inserite nel contratto; si certifica l’incapacità del Comune di scovare tutti gli evasori TARI (come scriviamo da anni sarebbe piuttosto semplice se solo si volessero incrociare i dati dell’anagrafe con quelli dei tributi) e quindi la gran parte di coloro che deturpano la città; l’evidenza di tale incapacità di contrastare un fenomeno che nelle migliori esperienze italiane è rientrato nei primi 6/12 mesi, spingerà tante altre persone che oggi fanno la raccolta differenziata ad abbandonare i propri rifiuti per strada.
Alla luce di tutto ciò chiediamo al sindaco Firetto di revocare in autotutela la delibera di approvazione della variante al contratto di appalto della raccolta differenziata, perché questa variante comporterebbe immotivati maggiori costi per la cittadinanza che già paga una TARI molto elevata e non ha ancora visto concretizzarsi l’obiettivo dell’alleggerimento fiscale a carico dell’utenza”.

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