fbpx
Apertura Regioni ed Enti Locali

Agrigento, oggi la seconda Domenica di San Calogero

Si festeggia oggi la seconda domenica in onore di San Calogero, il “Santo nero” amato e venerato dagli agrigentini.

Misticismo, antiche tradizioni, leggende e profonda fede cristiana che si uniscono e sprigionano un’energia difficilmente traducibile in semplici parole. Tutto racchiuso in una parola: San Calogero.

Una manifestazione quest’anno, dopo due anni di restrizioni a causa della pandemia da Covid-19, è tornata alle processioni e alle manifestazioni collaterali.

Una festa, quella di San Calogero, che seppur ritorna alle antiche tradizioni pre-Covid lascia la paura di nuovi contagi. L’aumento di casi soprattutto nell’agrigentino ha infatti fatto riflettere sulla opportunità di ripetere, anche per questa secondo domenica, le processioni.

La Prefettura di Agrigento, in occasione del tavolo tecnico organizzato prima dell’inizio dei festeggiamenti, aveva confermato il divieto di salire sulla vara che trasporta la statua del Santo e di abbracciare o baciare il simulacro.

resta dunque fortemente consigliato l’uso della mascherine all’aperto soprattutto nelle occasioni di possibile assembramento. Anche il Comune, in tema di sicurezza, ha disposto un’ordinanza vigente fino ad oggi, 10 luglio, che impone il divieto di consumare e vendere alcolici, l’utilizzo di bottiglie o bicchieri di vetro e lattine; l’uso di fuochi d’artificio e il trasporto di sedie, bastoni da selfie, ombrelloni e ombrelli.

Da 15 secoli questo “fenomeno religioso” esiste e non accenna a diminuire e chi abbia partecipato, anche una sola volta, ai festeggiamenti in onore di San Calogero, nelle prime domeniche di luglio, ha certamente provato un senso di stupore nel vedere tutta quella moltitudine di gente, che dalla mattina alla sera, circonda, abbraccia e porta il Santo in trionfo. Una storia quella di San Calogero molto attuale e suggestiva.

Si narra, infatti, che il monaco Calogero, venuto in Sicilia ad evangelizzare e diffondere la fede cristiana, durante un lungo periodo di pestilenza andasse in giro a chiedere del pane da dare ai poveri. La gente, rintanata in casa per paura della peste, al passaggio del monaco avrebbe lanciato il pane dalle finestre per evitare che Calogero si avvicinasse troppo alle proprie abitazioni.

Ancora oggi, ma non quest’anno, i fedeli venerano il Santo nero abbracciandolo, votando i bambini che con le vesti bianche vengono portati al cospetto di San Calò in un turbinio di confusione, sudore, piedi scalzi, devozione e tamburi che scandiscono il tempo di una frenesia difficile da trovare in qualsiasi altra festa religiosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.