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Regioni ed Enti Locali

Agrigento, penalisti in sciopero contro la riforma sulla prescrizione

Un nuovo stop per la giustizia. La Camera Penale Agrigentina, presieduta dall’Avvocato Nicola Grillo e dal segretario Gianfranco Pilato, aderisce infatti all’astensione, indetta dall’Unione delle Camere Penali Italiane, dalle udienze e dalle attività giudiziarie in ambito nazionale per i giorni 20, 21, 22 e 23 novembre 2018. Per quattro giorni, dunque, gli avvocati si asterranno da ogni attività giudiziaria nel settore penale, ad eccezione di quelle che riguardano imputati detenuti in custodia cautelare.

La ragione è legata alle nuove politiche di governo destinate ad incidere sui meccanismi della giustizia penale. In particolare, a suscitare maggiori preoccupazioni la possibile approvazione del Disegno di Legge in materia di “Misure di contrasto dei reati contro la P.A.”, all’interno del quale è contenuto l’emendamento governativo per l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

Attualmente all’esame delle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera dei Deputati, secondo i penalisti tale disegno di legge rappresenterebbe un progetto ancora più grave rispetto a quello portato avanti nella scorsa legislatura con l’allungamento del tempo necessario a prescrivere per le fasi delle impugnazioni. L’attuale progetto di riforma, invece, prevedendo la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado fino al giudicato – senza, tra l’altro, distinguere tra sentenza di condanna o di assoluzione – equivarrebbe ad una ‘sostanziale’ abolizione del detto istituto.

«La prescrizione nel nostro ordinamento è chiamata tra l’altro a svolgere la funzione di presidio del principio costituzionale della ragionevole durata del processo – si legge nella delibera nazionale dell’Unione Camere Penali – Soppresso tale equilibratore il tempo dell’accertamento diviene infinito, definitivamente trasformandosi il processo stesso in pena, con evidenti ricadute sulla stabilità dei rapporti giuridici». Sulla stessa linea di pensiero anche il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin che, nei giorni scorsi, ha ribadito le conseguenze dannose di un emendamento che produrrebbe l’effetto di “tenere sotto ricatto processuale il cittadino a tempo indeterminato”.

Ma le risposte ai “progetti di controriforma della giustizia penale” non si fermano qui. Vi è nei penalisti grande preoccupazione anche per le altre ipotesi di riforma che chiamano in causa i principi del giusto processo, la terzietà del giudice, il principio di non colpevolezza, la libertà personale e la funzione rieducativa della pena. E’ per questo che, oltre all’astensione collettiva dalle udienze, l’UCPI ha indetto per il 23 novembre una manifestazione nazionale a Roma, presso il teatro Manzoni, invitando ad una partecipazione attiva la comunità dei giuristi, la cultura, la politica e l’informazione a difesa dei diritti della persona riconosciuti dalla Costituzione.

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