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Agrigento, torna sul palcoscenico del Teatro Pirandello lo spettacolo “Vestire gli ignudi”

vestire-gli-ignudiPer chi non l’ha visto e lo vuole vedere, per chi non c’era, e per chi l’ha visto e lo vuole rivedere, torna sul palcoscenico del Teatro Pirandello di Agrigento lo spettacolo campione d’incassi della scorsa stagione.

Stiamo parlando di “Vestire gli ignudi” di Luigi Pirandello, con Gaetano Aronica (protagonista e regista), Andrea Tidona e Vittoria Faro , che andrà in scena venerdì 22 dicembre, alle 20,30.

Con, inoltre, Barbara Capucci, Stefano Trizzino e Fabrizio Milano “Vestire gli ignudi” è la storia di Ersilia Drei, una giovane donna che viene ritrovata in fin di vita in un giardino pubblico. Il suo dramma, raccontato da un giovane giornalista, sale alla ribalta delle cronache e diventa un caso nazionale. Le dichiarazioni della donna provocano uno scandalo che pare trasformarsi in un intrigo inestricabile. Chi è Ersilia Drei? E chi sono gli altri protagonisti di questa vicenda molto attuale che sembra uscire dalle cronache?

“Vestire gli ignudi” è una storia di sesso, potere e visibilità mediatica. L’adattamento teatrale in chiave cinematografica di Gaetano Aronica e la complicità della nuova protagonista Vittoria Faro nel ruolo di Ersilia Drei, offriranno al pubblico una nuova chiave di lettura della commedia, come spiega il regista: “Un teatro deve seguire ma soprattutto precedere i tempi. L’artista non spiega e di rado dà risposte, ma intuisce i cambiamenti, le trasformazioni, altrimenti è un teatro un’utile. Noi cerchiamo, ai contrario -continua Aronica- di fare un teatro “necessario”. Come, ad esempio, le mie ricerche sulla mafia, poi sull’autismo, ora sulla donna, sulla violenza e sulla nuova donna che non vuole essere più vittima, come, appunto, Ersilia Drei. Questo teatro trasforma le coscienze e si trasforma con esse. Ed è appunto “necessario” ”.

La riduzione teatrale è molto fedele al testo originario e tiene conto delle suggestioni e della carica innovatrice del teatro pirandelliano nel quadro di un’estetica europea, come spiega, ancora, Aronica: “Mi sono mosso in una direzione avanguardista. La commedia è stata scritta da Pirandello nel 1922. Sono gli anni delle avanguardie storiche, dei grandi rivoluzionamenti artistici che influenzeranno tutta l’estetica contemporanea. Fermenti di rinnovamento che Pirandello riesce a cogliere con un gesto, un’intuizione, un segno teatrale. Nel mio adattamento ho diviso in due gli originari tre atti. Racconto, infatti, due giornate; la prima dove si tesse la tela e la seconda dove si scoprono le tante verità. Lo spettatore colto agrigentino -conclude il regista – ne comprenderà la continua ricerca stilistica ed artistica. Un approfondimento forse eccentrico ma frutto di uno studio introspettivo dei personaggi”.

Lo spettacolo chiude ufficialmente le celebrazioni per il 150esimo anniversario della nascita del grande drammaturgo agrigentino.

Luigi Mula

foto copertina Fernando Rizzo Pinna