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Al Giardino Botanico il ricordo di Aldo Moro: la figlia Agnese scrive al Sindaco Firetto

targa-aldo-moroUn caro saluto per tutti voi che siete qui e un vivo ringraziamento per l’idea gentile di dedicare una sala così prestigiosa a mio padre Aldo nel giorno che fu quello della sua nascita“.

E’ così che inizia la lettera che la figlia di Aldo Moro, Agnese, ha inviato al Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, in occasione dell’intitolazione della sala riunioni del Giardino Botanico del Libero Consorzio di Agrigento.

Grazie a coloro che hanno avuto questa idea – sottolinea Agnese Moro – e a quelli che l’hanno realizzata. Una sala che immagino bella, ma soprattutto una sala da usare per incontrarsi, discutere, scambiare idee, immaginare come far vivere speranze. Un luogo molto adatto per lui; una persona che per tutta la vita – fino al suo ultimo giorno – ha creduto che le parole, il parlarsi, il dialogo siano la strada da scegliere sempre, anche quando si tratti di affrontare questioni difficili o drammatiche. Nella certezza che nessun uomo è tanto lontano o diverso da noi che non sia possibile costruire con il rispetto, il riconoscimento della sua dignità e con le umili parole un ponte che renda possibile trovare strade comuni“.

Sono felice che vogliate ricordare papà – afferma ancora Agnese Moro -. Ve lo affido. Se vorrete sapere qualcosa in più sulla sua vita e su di lui oggi avete a disposizione un sito www.aldomoro.eu che contiene anche una bella mostra www.aldomoro.eu/mostra su di lui, entrambi pensati e realizzati per i nostri giovani dal Centro di documentazione Archivio Flamigni. Ricordare papà non è triste. Era una persona gentile, intelligente, buffa, piena di passione; ed era nostro. Di tutte le persone comuni di questo Paese. Persone che ha conosciuto, rispettato, amato e servito con tenacia e dedizione, fino all’ultimo giorno. Persone che sono state e che restano, che lo sappiano o no, le protagoniste della nostra democrazia, nata e organizzata per realizzare le nostre semplici speranze di pace, giustizia, uguaglianza,dignità, rispetto. Speranze che guidarono la vita di papà, la mia e forse, ancora, quelle di tutti noi“.

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