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Editoriali Politica

Amministrative Agrigento: scompare la sinistra. Peppe Arnone ci pensa

giuseppe_arnoneUn Pd che esce sconfitto e con le ossa rotte dalle primarie che domenica scorsa hanno decretato quello che era più che prevedibile: Silvio Alessi vincitore ed un movimento, il Patto per il Territorio, che sotto mentite spoglie, è riuscito ad annientare la sinistra agrigentina e consegnare nella mani del centrodestra la grande coalizione di Agrigento 2020.

Il risultato è stato quello di consegnare nelle mani dell’On. Gallo la gestione politica della città. Più che parlare di “manuale Cencelli”, potremmo parlare di “manuale Gallo”, per comprendere come l’intuizione politica dello stesso, ha consentito di raggiungere un duplice obiettivo: annientare la sinistra e “piazzare” un proprio uomo che, al di là di quello che succederà il 1° giugno, garantirà ancora una volta a quella parte politica la vittoria alle elezioni.

Una strana alleanza, quella tra Pd e la costola di Forza Italia che si riconosce nelle posizioni del deputato agrigentino Riccardo Gallo. C’era chi urlava allo scandalo, chi chiedeva l’annullamento delle primarie, chi invece reputava tutto ciò normale.
Una normalità dettata dal fatto che le scorse elezioni amministrative vedeva il neo movimento del Patto per il Territorio far resuscitare da una morte quasi certa l’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto. Fu proprio il Patto per il Territorio dell’attuale parlamentare forzista Riccardo Gallo a prendere in mano le redini di una situazione che garantì la rielezione di Zambuto. Storia che qualcuno oggi ricorda, facendo presente come il “Patto del Nazareno” agrigentino fra Pd e Forza Italia alle ultime primarie è soltanto la continuazione di ciò che è (ancora oggi?) in linea con l’accordo per le primarie.
Peccato che proprio il segretario provinciale del Pd agrigentino, Giuseppe Zambito, non ricorda che quel flirt tra il Patto per il Territorio e Marco Zambuto era frutto di un’intesa non certo di sinistra. Non ricorda che da lì a poco lo stesso Zambuto, prima di diventare “renziano” della prima ora, gironzolò per trovare una collocazione che, solo dopo le garanzie di una candidatura alle elezioni europee, lo portò a sposare il progetto del Pd.
Storia che invece oggi viene utilizzata per giustificare una sconfitta che, anche gli stessi esponenti del Pd regionale, nessuno nasconde.

Ed ora che succederà? Il Pd agrigentino terrà fede agli impegni presi e sosterrà il candidato Silvio Alessi? Sarà davvero lui l’uomo che la sinistra agrigentina voterà? Domande senza risposta che oggi più che mai, in un contesto politico locale confusionario, sembrano essere al centro del dibattito politico agrigentino.
C’è addirittura chi parla di possibili accordi tra il Pd e il candidato Lillo Firetto. Sembrerebbe infatti che proprio ieri (23 marzo ndr) ci siano stati primi tentativi, rigorosamente top secret, di avvicinamento tra alcuni esponenti del partito di Matteo Renzi ed il sindaco di Porto Empedocle.
Un quadro politico ancora non definito che sicuramente porterà a dei colpi di scena.

Ed è così che dopo l’ufficializzazione della candidatura dell’avvocato agrigentino Emanuele Dalli Cardillo per il Movimento 5 Stelle, quella del deputato regionale Lillo Firetto, del leghista Marco Marcolin, degli indipendenti Peppe Di Rosa e Andrea Cirino, manca all’appello un rappresentante della “vera” sinistra. Con un Pd ancora troppo occupato a leccarsi le ferite, l’unica alternativa possibile per chiudere il cerchio, sarebbe quella di un altro avvocato agrigentino: Giuseppe Arnone (in foto). Reduce da dissidi interni proprio con quella frangia del partito che oggi è stata “spazzata via” da un, non ancora chiaro ed immotivato, accordo con Forza Italia, resta lui in città a portare alti i valori e gli ideali della sinistra agrigentina. Un’ipotesi non troppo lontana, visto che l’avvocato agrigentino, con le sue battaglie potrebbe tornare utile per far convogliare su di sé il voto di un elettorato che oggi in “teoria” dovrebbe votare un candidato esponente del centrodestra. Malpancisti e dissidenti che sicuramente non potrebbero mai digerire una scelta del genere. Che possa essere Arnone il nuovo candidato della sinistra?

Francescochristian Schembri
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