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Appalti pilotati, arresti non convalidati: scarcerati due imprenditori, misure più lievi per gli altri indagati

Non sono stati convalidati gli arresti eseguiti nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati e le presunte mazzette in provincia di Agrigento. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento ha infatti disposto misure cautelari più lievi rispetto a quanto richiesto dalla Procura, ridisegnando la posizione di alcuni degli indagati.

I due imprenditori di Favara coinvolti nell’inchiesta sono stati scarcerati e posti agli arresti domiciliari, lasciando il carcere dove erano stati condotti nei giorni scorsi. Diversa anche la misura per due donne coinvolte nell’inchiesta e inizialmente poste ai domiciliari: il giudice ha disposto per loro il solo obbligo di dimora.

Rimane invece completamente libero il dirigente comunale 65enne, al centro dell’inchiesta. L’uomo era stato arrestato a Butera, territorio di competenza della Procura di Gela, ma il procuratore Salvatore Vella ha ritenuto inesistente la flagranza di reato, decidendo di non procedere con la richiesta di convalida dell’arresto.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, coinvolge in totale 13 persone. Le accuse, a vario titolo, spaziano da associazione per delinquere a corruzione, ricettazione, peculato e turbativa d’asta. Secondo gli inquirenti, sarebbe emerso un collaudato sistema di gestione degli appalti pubblici, pilotati in cambio di denaro e altri favori.

Nonostante la mancata convalida degli arresti, l’inchiesta resta aperta e gli indagati rimangono sotto osservazione da parte della magistratura. Nei prossimi giorni si attendono probabili ulteriori sviluppi e l’eventuale fissazione degli interrogatori di garanzia.