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Cultura

Applausi a Gesso per il poeta licatese Lorenzo Peritore secondo classificato al Concorso Letterario “Maria Costa”

“La poesia “Natali” si presenta ben articolata seguendo armonicamente una metrica cadenzata in rime. L’autore in questo testo esprime il suo dispiacere per i meno abbienti, i disadattati, e le nazioni nelle quali a Natale si vedranno, purtroppo, come uniche luci quelle dei bombardamenti.

Altamente evocativa nella sua bellezza si evidenzia grande stile poetico e spessore umano, concludendo con l’auspicio per il nuovo anno e invitando le popolazioni affinché si impegnino a far sì che le prossime feste natalizie vengano festeggiate dal mondo intero. Una lirica che rappresenta un inno alla pace universale e una preghiera contro ogni guerra”.

Con questa motivazione lo scorso sabato 29 dicembre 2018 a Gesso (Messina), presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate, è stato consegnato il II°Premio del Concorso Letterario “Maria Costa”- Premio di Poesia in Lingua italiana e siciliana, promosso dall’Associazione Rinascita Gesso, al poeta dialettale licatese Lorenzo Peritore. Ennesimo riconoscimento per versi in siciliano dedicati al Natale. La Giuria presieduta dalla dottoressa Margherita Campanella, già Direttrice della Biblioteca Civica di Messina di concerto con il Presidente dell’Associazione “Rinascita Gesso”, Antonio Macrì e il Coordinatore del Premio, Josè Russotti hanno elogiato il poeta licatese che ha ottenuto il secondo posto nella sezione B del Premio –Poesia in lingua e dialetti siciliani.
Un’ulteriore soddisfazione per il poeta licatese che negli ultimi anni ha collezionato numerosi premi per i suoi versi e che è autore di due pubblicazioni “Rimaniamo in Rima” (Bonanno Editore) e “Rime di Speranza” (Vitale Edizioni).
Lorenzo Peritore è ormai molto noto in Sicilia per la sua presenza in eventi culturali, non soltanto nella sua città natale Licata, dove è stato ospite fisso degli eventi “Autori in Piazzetta” e “LicatAutori”, ma anche nelle scuole dove viene invitato per far conoscere il dialetto siciliano ai più piccoli. Costante la sua presenza anche come docente al CUSCA, il Centro Universitario Socio Culturale Adulti di Licata, dove tiene delle lezioni durante l’anno accademico. I suoi componimenti sono pieni d’amore ma sono anche di denuncia verso il malcostume. Ma Lorenzo Peritore ha una dote innata per la recitazione, passione che ha coltivato a più riprese nella sua vita, ma anche una grandissima dote quelle di saper essere molto ironico anche nella scrittura narrando storie e personaggi capaci di suscitare risate. Un premio meritato dunque per un licatese che ha saputo abbinare la passione per la poesia, il teatro e la cultura in genere con l’amore per la sua città Licata e per la Sicilia. E’ stato collaboratore anche del quindicinale “La Campana” ed collaboratore del mensile La Vedetta. Opinionista in trasmissioni televisive e ospite fisso nelle rassegne letterarie “Autori in Piazzetta” e “LicatAutori”.
Sta lavorando al suo terzo libro di poesia che potrebbe vedere la luce il prossimo anno.
Di seguito la poesia vincitrice

N A T A L I

Dicembri ormai trasia,
Natali stà arrivannu
e tutti quanti i genti
ni stammu priparannu

S’accumencinu addumari
tanti luci colorati
supra l’arbula, i barcuna,
ni vitrini e mmenzu i strati

Se camini intra u paisi
para tutta nattra cosa
e a genti ca si scontra
si dimostra ciù affettuosa

Ni sti festi o me paisi
ni curtuigli e ni vaneddi
si sona a nannaredda
davanti i fiureddi

E intra n’atmosfera
di luci e di culuri
aspittammu tutti quanti
a nascita du Signuri

Pinsannu però o motivu
pi cui vinna supra a terra,
a me menti curra a corpu
ni paisi unni c’e a guerra

Se viniri nu munnu
“Natali” vena a diri,
pirchì c’è tanta genti
ca di guerra hava a muriri?

Quannu ha arrivari u iornu
ca sti guerri hannu a cissari
e u Natali in santa paci
s’ha putiri festeggiari?

Pi st’annu ormai mi para
ca nutizi unn’hannu datu
e pi chissu ni sti festi
ia mi sentu allammicatu

Pensu i nostri picciliddi
ca ni festi di Natali
ci mittemmu sutta l’arbulu
muntagni di riali

Mentri tanti ‘nnuccintuzzi
di tant’attri cuntinenti
morinu sutta i bummi
e co campa unn’hava nenti

A co cumanna u munnu
pirchì mmanu hava u putiri
cu sti versi cocchi cosa
ia c’ha vogliu propriu diri :

Ma pirchì un vi diciditi
e pruvati arraggiunari
p’appaciari tutti quanti
e finirla di sparari?

Se pi l’annu c’ha viniri
vi ‘mpignati pi daveru
quannu arriva arrè Natali
u festeggia u munnu interu.

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