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Cronaca Regioni ed Enti Locali

Attentato al Bardo, il Procuratore Agrigento ammette la difficoltà dei controlli

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La questione Abdel Majid Touil, il marocchino arrestato per la strage a Tunisi, mette sempre più in evidenza le falle dei controlli che vengono effettuati, nonostante i ciclici allarmi sul rischio attentati. Il procuratore capo di Agrigento, Roberto Di Natale ammette il gran caos attorno ai meccanismi complessi dell’accoglienza di migliaia di migranti.

Il marocchino, accusato dell’attentato al Bardo, era in possesso di un foglio di intimidazione, che gli ordinava di lasciare il Paese entro 15 giorni, perché irregolare e senza richiesta di asilo politico. La falla sta nell’impossibilità di verificare – secondo quanto ammesso dalle frontiere meridionali – se effettivamente l’ordine viene eseguito o meno.
Ma è l’eventuale ritorno in Italia del marocchino a mostrare ancor di più i punti deboli dei controlli. Quanto spesso e con che tempi le impronte digitali dei migranti si confrontano con le banche dati? Il procuratore di Agrigento lascia parlare le evidenze: “tenuto conto che abbiamo migliaia di sbarchi al mese, probabilmente non avviene con regolarità. L’ Italia, al di là dell’accoglienza, anche sul fronte polizia giudiziaria ne ha fin sopra i capelli e ritengono che sia estremamente difficile fare controlli seri”.

Mentre L’Europa fa la parte delle “tre scimmiette”, il canale di Sicilia diventa il tallone d’Achille dell’Italia che si ritrova a fronteggiare da sola un’emergenza di proporzioni immani e che dovrebbe interessare tutta la Comunità Europea.

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