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Salute

Cannabis terapeutica: entro febbraio coltivata nella fabbrica militare

Cannabis TerapeuticaAvviato il countdown che entro la fine del mese di febbraio vedranno le serre, messe a punto nella fabbrica militare di Firenze, coltivare le prime piantine di Cannabis per uso terapeutico.
È questo infatti il primo step dopo l’accordo dello scorso 18 settembre fra i ministeri della Difesa e della Salute che hanno sancito l’avvio della produzione dei primi 100 kg. (per un fabbisogno annuale) di cannabis.

Secondo il direttore generale dell’Agenzia Industrie Difesa, Gian Carlo Anselmino, si tratta di una occasione unica e afferma: “Siamo tutti professionisti dell’ambito chimico-farmaceutico, ma ovviamente il nostro approccio non è così neutro. È una situazione decisamente stimolante, anche dal punto di vista culturale e scientifico. L’obbiettivo e l’auspicio è di dare un esempio di come la pubblica amministrazione funzioni bene e possa diventare addirittura un modello da esportare. Lo Stabilimento farmaceutico militare di Firenze è una vera eccellenza italiana ed è un unicum in campo europeo, non solo con la produzione dei cosiddetti farmaci orfani o difficilmente reperibili, ma ora anche con il progetto della cannabis ad uso terapeutico”.

Alle dichiarazioni di Anselmino, si aggiungono quelle del colonello Antonio Medica, responsabile della produzione, che sottolinea come entro la fine del mese di febbraio sarà pronta la prima fabbrica pilota: “Dobbiamo partire con una produzione di tipo sperimentale. È il primo passo per completare l’iter autorizzativo e amministrativo previsto”. “Se ministero della Salute e Agenzia italiana del farmaco daranno il nullaosta a questo primo nucleo, entro l’estate dovrebbe entrare a regime una serra di 50 metri quadrati”.

Per raggiungere il traguardo di un quintale di prodotto finito all’anno bisognerà allestire altre serre e i responsabili dello Stabilimento hanno già pronta un’area di 600 metri quadrati nello stesso capannone dove fino agli anni 80 si fabbricava sapone.

Al momento sono già stati predisposti i laboratori che produrranno i farmaci a base di cannabis, che dovranno essere necessariamente isolati e protetti da sistemi di controlli per monitorare ogni accesso.
Il ciclo di sviluppo della pianta di cannabis sativa dura mediamente dai 90 ai 110 giorni – spiega il colonnello Medica –. Viene fatto il raccolto, tagliando solo la parte che ci interessa, cioè le infiorescenze femminili non fecondate. Le infiorescenze sono messe ad asciugare in un essiccatoio, in una stanza dove un impianto di trattamento immette aria a bassissimo contenuto di umidità. Poi si passa alla fase di lavorazione vera e propria sotto una cappa a flusso laminare di aria, che garantisce un ambiente sterile. Infine, le infiorescenze vengono macinate in un box dove sarà montato un mulino. Quindi gli operatori prenderanno il principio attivo ottenuto, lo peseranno e lo confezioneranno in contenitori da 5 grammi. I flaconi o le bustine saranno etichettate, conservate in un’area blindata e pronte per la distribuzione”.

Per le dosi saranno direttamente i farmacisti a preparare il giusto quantitativo per il paziente in base al tipo di patologia: “Ecco perché non possiamo fare il prodotto finito, come è accaduto altre volte. I quantitativi medi di prodotto essiccato variano dai 20 ai 100 milligrammi al giorno per paziente, pari a 30-35 grammi l’anno per paziente. Quindi i 100 chili di produzione previsti dal ministero della Salute dovrebbero essere sufficienti a coprire le prime esigenze”.

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