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Apertura Cronaca

Caso “Sea Watch 3”, attesa per la decisione del Gip: Carola Rackete risponde alle domande, per i pm non c’era “stato di necessità”

Dopo un lungo interrogatorio con il gip di Agrigento, la comandante della nave Ong “Sea Watch 3” carola Rackete ha lasciato nella giornata di ieri il Palazzo di Giustizia, dimorando in una abitazione privata della città.

Non è tornata dunque a Lampedusa in attesa della decisione del gip Alessandra Vella (che dovrebbe arrivare in mattinata ndr) dopo l’udienza di convalida degli arresti. La trentunenne si trova infatti ai domiciliari poiché accusata della violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione (resistenza o violenza contro nave da guerra) e dell’articolo 337 del codice penale (resistenza a pubblico ufficiale).

Un interrogatorio durato circa tre ore e mezzo quello della comandante con la Procura della Repubblica che ha insistito sul fatto che non vi sarebbe stato alcuno stato di necessità. La trentunenne ha risposto alle domande del giudice, così come preannunciato dai propri legali.

Sono stati gli stessi avvocati difensori della Rackete a spiegare, al termine dell’udienza di convalida, che non vi sarebbe stata alcuna intenzione da parte della comandante di entrare in collisione con la motovedetta della Guardia di Finanza. Scuse che – a dire dei legali – sarebbero state ribadite, sottolineando come la decisione di entrare in porto sarebbe stata presa solo da lei.

I pm agrigentini, presenti in udienza l’aggiunto Salvatore Vella ed il pm Gloria Andreoli, hanno infatti chiesto la convalida dell’arresto e l’applicazione della misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Agrigento.

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