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Cattolica Eraclea, omicidio Miceli: fu seguita anche una pista su un movente sessuale

Un’ipotesi dal movente sessuale che poi sarebbe stata scartata. E’ uno dei brigadieri dell’Arma dei Carabinieri a parlare in aula al Tribunale di Agrigento che ha raccontato le battute iniziali dell’indagine sull’omicidio di Giuseppe Miceli, il marmista di Cattolica Eraclea ucciso nel suo laboratorio.

Il brigadiere ha parlato di una fonte che indicava due uomini ed un movente legato ad una prestazione sessuale non pagata con la moglie di uno di loro che avrebbe fatto scattare la rappresaglia.

Miceli, come si ricorderà, fu ucciso a colpi di lastre di marmo e arnesi vari nel dicembre del 2015. Un racconto nato da una fonte confidenziale – ritenuta dai Carabinieri molto attendibile – che raccontava che uno dei due uomini aveva venduto la moglie ad un uomo che si sarebbe rifiutato di pagare la prestazione sessuale. Una pista che poi viene abbandonata e che porta all’individuazione dell’unico soggetto ritenuto responsabile dell’omicidio, il cintantacinquenne Gaetano Sciortino che avrebbe seguito il marmista per tutto il giorno e che – secondo l’accusa – avrebbe poi massacrato Miceli.

 

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