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Cultura

C’erano una volta gli Urusa….e (forse) ci sono ancora!

C’erano una volta gli Urusa….e (forse) ci sono ancora!

Stiamo parlando di una delle Rock band più note dell’agrigentino che, a cavallo tra il 1990 ed il 2000,  impazzava nelle piazze siciliane.

Il gruppo era formato da Carmelo Graceffa alla batteria, Calogero Morreale al basso, Andrea Terrana alla chitarra, Luigi Facciponti alle tastiere e Sergio Palermo alla voce.

 “Tutto è cominciato per puro divertimento – ci confida Calogero ( Calò) Morreale,  anche se penso che in cuor nostro ognuno sperava in qualcosa di più concreto. Così, visti i soddisfacenti risultati ottenuti dopo il nostro primo incontro musicale, abbiamo  pensato che magari, con più allenamento ed impegno, avremmo potuto realizzare il sogno di mettere su un gruppo ad Aragona. Così, comincia l’avventura degli Urusa”.

Negli anni la band prende sempre più forma e raggiunge l’apice del successo con una pittrice di talento che ha, anche, una bella voce, tanta grinta ed una forte personalità. Si tratta di Dominique Fidanza, che, successivamente, abbonda il gruppo per  diventare una delle cantanti della nota girl band “Lollipop”.

I loro riferimenti al Rock italiano e straniero di quegli anni approdano ad esiti interessanti con i brani “Algo- ritmo” ed “I lati fondi della guerra”.

Il gruppo è emerso in manifestazioni nazionali come “iTim Tour” con Red Ronnie  e il festival di Biella del 2004, dove ha ricevuto il premio della critica. Inoltre, nel periodo di Demo Rai, andavano in onda i loro brani, così come nel programma musicale Caterpillar.

Demo, l’Acchiappatalenti, ricordiamo,  è stato un programma radiofonico di Michael Pergolani e Renato Marengo, che andava in onda alle 23:10 su Radio1 con l’obiettivo di scoprire nuovi talenti musicali. Caterpillar, invece,  è una trasmissione radiofonica italiana in onda sulle frequenze di Radio 2.

In questa intervista esclusiva, uno dei fondatori del gruppo, Calogero Morreale, racconta la genesi del gruppo: storia, aneddoti e curiosità della band musicale che ha tracciato un solco profondo nella cultura musicale agrigentina.

Da Dorian Gray agli Urusa la parabola musicale di una band che, oggi, può riservare ancora tante sorprese.

Com’è nata l’idea di formare gli Urusa?  

“Un piccolo nucleo c’era, si chiamava Dorian Gray. Era un’ idea di Andrea Terrana e  Giovanni Licata Tissi. Poi, parlando una sera al Rosario (la piazza della movida aragonese, conosciuta come U Rusà, ndr ) mi hanno coinvolto in questo progetto. Allora suonavo la chitarra ma serviva un bassista. Ho imparato, così, a suonare il basso (sorride)” .

Poi cosa è successo?

“Nel frattempo testavamo delle voci. Prima cantava Andrea. Avevo, però, sentito Domenique esprimersi in un festival, così abbiamo fatto un provino. Il primo impatto fu devastante; Dominique aveva una grande voce e forte personalità. Era una pittrice, divenne la nostra voce” .

I primi spettacoli?

Facevamo le serate nei pub, nel periodo fine anni ’90. Nel 2001 abbiamo suonato per il Capodanno in piazza. Successivamente Dominique crea le Lollipop. Così, cerchiamo  una nuova voce”.

La scelta ricade su?

Un caro amico: Sergio Palermo. Sergio, infatti, in passato aveva una certa esperienza in formazioni underground. Musica molto ricercata. Dal connubio tra la nostra musica pop melodica e quella  dark di Sergio è venuta fuori una musica indie, con tutte le sue accezioni. Era l’indie di fine anni Novanta”.

 Che influenze avete avuto?

“Siamo stati influenzati dal punk rock dei CCCP, dagli CSI, ma anche dalla musica dei Marlene kuntz  e dagli Afterhours”

Chi faceva gli arrangiamenti e chi scriveva i testi ?

“C’erano canzoni che avevamo provato ad arrangiare e scrivere tutti insieme. Ma i testi erano, soprattutto, di Andra Terrana e Sergio Palermo. Le idee musicali partivano da me, da Andrea e da Sergio. Pensa che una volta abbiamo scritto una canzone in siciliano al telefonino, il titolo era Tichitichità” .

Quando arrivano i primi successi?

Abbiamo partecipato ad un contest festival al Palacongressi di Agrigento con gruppi da tutta la Sicilia. Nei contest facevamo sempre delle bellissime figure. In quel periodo ci scambiavamo il palco con i Tinturia ed andava, anche, forte un gruppo di Mussomeli, i Marlowe. Poi, grazie ad un CD spedito da un nostro amico Peppe Cumbo, siamo stati notati da Demo Rai e siamo stati selezionati per un festival nazionale a Bielle dove siamo arrivati quarti, ma ci siamo aggiudicati il prestigioso premio della critica. Avevamo, in quel periodo, il ruolo degli intellettuali della musica (sorride). Infine, siamo stati selezionati insieme ad altri gruppi siciliani per partecipare al live itinerante “I tim Tour” con Red Ronnie”.

Qual è secondo te il brano che più vi rappresenta? 

“Emozione cara, un brano corale scritto da Andrea con il contributo di tutto il gruppo”.

Cosa ha rappresentato la band per Aragona? 

“Ha innescato un certo fermento culturale e musicale. Ha rappresentato, in un certo senso, la rinascita della musica ad Aragona. Era un periodo di vuoto musicale che noi siamo riusciti a colmare. Eravamo ben voluti e la gente ci seguiva”.

Aneddoti divertenti?

“Tantissimi! Una sera, ricordo, abbiamo festeggiato la vittoria della squadra femminile di pallavolo. Abbiamo suonato con le loro magliette. Ci siamo divertiti. C’è anche un viaggio rocambolesco per raggiungere Biella. Ma è una lunga storia”.

Avevate la consapevolezza di quello che vi stava accadendo?

“Non avevamo la completa consapevolezza. Ognuno continuava a fare la propria vita. Rimane il rammarico di non aver sfruttato fino infondo la potenzialità degli Urusa”.

Ma qualcuno di voi a continuato a fare musica?

“Tutti! Ma, ad esempio, Carmelo Graceffa continua a fare musica per mestiere e con un certo successo, Andrea Terrana fa sperimentazioni musicali. Ma in qualche modo siamo rimasti tutti moto legati alla musica”.

Allora possiamo immaginare un ritorno?

Un ritorno? Ne abbiamo parlato e ci sarebbe la volontà. Recentemente con Sergio Palermo abbiamo fondato il gruppo Craczona. Ma prima o poi una serata con gli Urusa la rifaremo”.

Cosa rimane di quel periodo?

“Una grandissima esperienza di vita; abbiamo vissuto un periodo diverso, invece di subirlo lo abbiamo proposto, diventandone i protagonisti. E ci ha dato una marcia in più!”.

Luigi Mula

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