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Clown hysteria, è allarme in provincia: la paura dei “pagliacci cattivi”. Intervista al professore Francesco Pira

clown1Le mode a volte sembrano sforare i limiti del buon senso. E se negli Stati Uniti già da mesi gli avvistamenti di clown che girano per le strade divertendosi a terrorizzare soprattutto donne e bambini, quella che è stata ribattezzata come “clown hysteria“, sembra avere travalicato i confini fino ad arrivare anche in terra agrigentina. 

A Licata infatti è allarme sui social per gli avvistamenti di persone travestite da clown che girano per le vie terrorizzando i passanti. Clown “cattivi” che, con l’avvicinarsi di Halloween, festa di spettri e streghe, mettono in scena quello che probabilmente per gli autori è solo un modo per divertirsi a scapito di qualche malcapitato passante. Intanto aumentano gli avvistamenti anche in tutta Italia.

A volte, si tratta di “clown” armati di mazze da baseball, falci e bottiglie; tutti pronti a impaurire i poveri ed ignari passanti che si trovano dinnanzi uomini, travestiti da parrucche e abiti colorati, che pare si allontanino dagli stereotipi di pagliacci buoni e scherzosi. Un vero e proprio allarme, i cui racconti da parte delle povere vittime sembrano non contarsi più. 

Ad indossare le vesti di “pagliaccio cattivo”, che ricorda il clown “It” del thriller di Stephen King, sono spesso giovani, spinti dalla voglia di “scherzare”.

Ad oggi, pare, non vi è alcuna denuncia, ma l’allarme resta alto. Un fenomeno che probabilmente si lega al periodo di Halloween e alla sua evo(invo)luzione.


francesco piraNe abbiamo voluto parlare con il professore Francesco Pira (in foto), sociologo e giornalista, è docente di comunicazione e giornalismo all’Università di Messina dove è Coordinatore didattico del Master in Manager della Comunicazione Pubblica. Insegna anche presso l’Università Salesiana di Venezia Comunicazione Pubblica e d’Impresa. Autore di numerose pubblicazioni è appena tornato da Arezzo dove è stato relatore ad un convegno nazionale su Cyber bullismo organizzato presso il Museo della Comunicazione.

Professore Pira, in questi giorni si parla spesso della cosiddetta “clown hysteria”. Pensa sia un fenomeno legato ad Halloween?

Siamo molto abituati a recepire il peggio di quanto ci arriva da oltre oceano. E’ un fenomeno già presente in molte serie americane trasmesse da tv come Giallo o Top Crime. Sull’account Twitter “Clown Sightings” chiunque può vedere decine di video realizzati negli Stati Uniti sul fenomeno. Ormai è quasi allarme sociale, ma ci sono anche tanti falsi allarmi. Credo che Halloween c’entri poco con l’essere imbecilli e terrorizzare soprattutto persone deboli o indifese. Esistevano anche ai miei tempi ma non c’era la possibilità di scambiare delle opinioni o pubblicare video sulla rete. Oggi tutto è amplificato.
Guardi su Halloween ho un mio pensiero che in questi giorni sto provando ad argomentare. Halloween può essere un’occasione per scoprire tradizioni e culture che sono lontane dalla nostra storia e tradizione. Ma andrebbe affrontato con serietà e con stile. Capire perché è nato e cercare di emulare la parte storica. Invece diventa un’occasione per aprire un’infinita polemica con tutto il mondo cattolico sulle tradizioni cristiane e per usare questa festa per dare il peggio di noi“.

Da un punto di vista sociologico cosa può spingere ragazzi a travestirsi da clown terrorizzando passanti. E’ sintomo di una società alla deriva?
Si rinuncia all’identità per poi apparire attraverso youtube o snapchat o ask facendo vedere le proprie gesta coperti da una maschera.
L’identità ci definisce, si configura come un percorso, un obiettivo, è attraverso di essa che acquisiamo sicurezza e stabiliamo il nostro ruolo sociale e il sistema di relazioni, riconosciamo e siamo riconosciuti come membri di una comunità.
In questo caso ci troviamo di fronte essere umani che rinunciano alla propria identità per identificarsi nel cattivo di turno che non solo vuole far male ma lo documenta. Ed anche quest’ultimo è un aspetto inquietante“.

La “clown hysteria” può essere definita una forma di bullismo?
Sicuramente anche di cyber bullismo se consideriamo i risvolti presenti già sulla rete e a cui facevo riferimento. In questi giorni su Facebook in varie città anche della nostra Sicilia abbiamo letto di allarmi alla forze dell’ordine. Certo nelle prossime ore approfittando di Halloween magari si registreranno altri casi. Ci sono stati avvistamenti di clown con motoseghe, allarmi di genitori. I social amplificano: sono il luogo della democratizzazione del privato, dell’autorappresentazione, dell’autonarrazione, dove si realizza la proiezione che ciascuno vuole dare di se stesse agli altri. In questo caso vestiti da pagliacci e ripresi da una telecamera si può, terrorizzando gli altri, rappresentare la parte cinica che può esserci dentro di noi. E qui si apre un altro dibattito: è giusto parlarne o facciamo il loro gioco?

Il professore Pira, sabato della prossima settimana sarà ad Avigliano Umbro nel regno del cantautore Mogol, per tenere una lezione nell’ambito di un seminario organizzato dall’Università Popolare di Trieste (l’ente che si occupa della promozione della cultura italiana in Slovenia e Croazia) per docenti sloveni e croati di lingua italiana. Domani mattina sarà relatore di un seminario dell’Ordine dei Giornalisti ad Agrigento sulle nuove tecnologie. Oggi e domani sarà invece ospite a Racalmuto del “Festival Kaos” per presentare il suo ultimo libro “Social Gossip”, scritto con Antonella Cava e per coordinare due importanti incontri sull’identità siciliana e sul dramma del terremoto.

 

 

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