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Regioni ed Enti Locali

Consiglio del Parco archeologico di Agrigento: Bernardo Campo interviene sull’interpellanza del Movimento 5 Stelle

bernardo-campoDispiace, perché quando sono generati da un mancato approfondimento della norma di fatto incidono nella sfera personale e pongono diversi interrogativi”.

È amareggiato il presidente del Consiglio del Parco Archeologico di Agrigento, Bernardo Campo, quando parla dell’interpellanza parlamentare sottoscritta dai deputati regionali del Movimento 5 Stelle, primo firmatario l’onorevole Matteo Mangiacavallo,  con il quale si chiede  al Governo Regionale di valutare  se, nel rispetto del dettami normativi, sono stati rispettati i requisiti per la nomina di Campo ai vertici del Consiglio del Parco. Il funzionario regionale al telefono esordisce così: “Mangiacavallo ed il Movimento 5 Stelle non avranno bene letto il decreto con cui è stato nominato il Consiglio del Parco – afferma Bernardo Campo –  che prevede che lo stesso  sia presieduto da un dirigente. Per quanto riguarda l’applicazione della norma, poi,  l’art. 8, comma 1, lettera  A,  della Legge regionale 3 novembre 2000, n. 20 e successive modifiche ed integrazioni, dispone che il Consiglio del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi sia presieduto da un dirigente dei ruoli regionali con adeguata esperienza di gestione di istituzioni culturali e di governo di organi collegiali di amministrazione, nominato dall’assessore regionale per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana.

Lei, però, è un Funzionario direttivo?

Infatti, aggiungo:  l’art. 48, comma 7 della legge regionale 28 dicembre 2004, n.17, estende a tutti i dipendenti dei ruoli regionali con profilo professionale non inferiore a funzionario direttivo le nomine e le designazioni di competenza regionale negli organi di cui all’articolo 1 della legge regionale 28 marzo 1995, n.22, anche se riferite a personale con qualifica dirigenziale.

La Legge regionale da lei citata si applica anche per il Consiglio del Parco? 

Si! A tal proposito l’Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana con parere n. 29/2006 – prot. n. 2748 del 29.11.2006 – ha chiarito che la disposizione di cui all’art. 48, comma 7 della legge regionale 28 dicembre 2004, n.17, va applicata, leggo testualmente: “…pure ogni qualvolta il Presidente della Regione, la Giunta e gli Assessori regionali devono nominare o designare un componente di organo di amministrazione attiva, consultiva e di controllo della Regione, nonché degli enti pubblici da essa dipendenti o comunque sottoposti a tutela, controllo o vigilanza, e delle persone giuridiche a prevalente partecipazione pubblica scegliendolo obbligatoriamente (per legge o atto equiparato) tra i dipendenti in servizio.

Ed i suoi requisiti rientrano nella norma?

Per quanto riguarda i requisiti, il mio curriculum vanta un’esperienza in materia di controllo tecnico-amministrativo e di vigilanza sui programmi di recupero di strutture di interesse storico, artistico e monumentale (ex lege 433/91), nonché  una comprovata esperienza curriculare in materia di amministrazione di enti regionali in considerazione dei numerosi incarichi espletati in Organi di amministrazione e/o di revisione contabile di enti e/o organismi sottoposti a controllo e vigilanza della Regione Siciliana.

Ma allora secondo lei, perché questa interpellanza?

Il Consiglio è un Organo collegiale ed è quindi un organismo democratico. Un Commissario, al contrario, è un Organo monocratico, un ufficiale di governo forse più snello, ma,  probabilmente, legato a concezioni altre rispetto ad un organo collegiale. È più facile, sotto certi aspetti, interloquire con un organo monocratico, piuttosto che con un Organo collegiale, che offre, però, maggiori garanzie di partecipazione democratica. Il Consiglio del Parco oggi lavora abbastanza bene ed ha, soprattutto, una componente molto ben assortita. Sembra che si voglia tornare alla “stagione dei commissari” che duravano non più di pochi mesi, proprio adesso che il Consiglio, con la presenza del Soprintendente, assicura la tutela dei luoghi, con la presenza dell’archeologo assicura un approccio scientifico con le specifiche professionalità e con la presenza di un “amministrativo” assicura il confronto  sulla gestione. Tutto questo, forse, mette qualcuno in allarme e l’interpellanza parlamentare  è solo una presa di posizione strumentale contro tutto il Consiglio e  non, semplicemente, contro la persona”.

Luigi Mula