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Coronavirus, l’Asp di Agrigento fa chiarezza: “Fino a quando non ci saranno casi autoctoni noi siamo più sereni” – VIDEO

Allarme e psicosi Coronavirus, parla l’esperto. Anche l’Asp di Agrigento in un video realizzato con il direttore del servizio di Epidemiologia Gina Bosco, cerca di fare chiarezza e dare informazioni utili per evitare allarmismi.

Una questione che occupa sempre più le prime pagine dei giornali e le preoccupazioni dei cittadini; l’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento ha così deciso di “informare” su quella che è oramai divenuto un allarme mondiale.

Secondo la dottoressa Bosco “ancora è troppo presto per parlare di una cura. Chiaramente, il fatto che il virus è stato isolato è un passo in avanti poiché tutti i laboratori si stanno attivando per trovare una cura adeguata. Abbiamo in commercio tanti antivirali, ma che sono stati sperimentati solo per alcuni tipi di malattie. Ancora l’OMS non si è dichiarato manifestamente a favore di un farmaco rispetto ad un altro. Per quanto riguarda il vaccino, c’è fermento, ma non sarò una soluzione rapida”.

Il virus è arrivato in Italia con i casi provenienti dalla Cina, dunque potenzialmente potrebbe arrivare anche ad Agrigento? “Tutto è possibile anche se in questo momento speriamo che non succeda. E’ consolante che i casi che abbiamo avuto sono di “esportazione”, arrivati forse direttamente da Wuhan per cui sono casi che ci preoccupano fino a un certo punto poiché se riusciamo a contenere questa infezione da queste persone, riusciamo a bloccare la trasmissione”.

“Fino a quando non ci saranno casi autoctoni noi siamo più sereni. Stiamo attuando tutte le direttive nazionali e regionali proprio per fare chiarezza sulla definizione di ‘caso’, di ‘caso confermato’, di ‘caso sospetto’, di ‘caso probabile’, sui comportamenti da attuare qualora ci si trovasse davanti ad una situazione di criticità, i punti di riferimento regionali, per esempio il laboratorio regionale che dovrebbe poi effettuare le analisi”.

Sulla riluttanza, da parte degli agrigentinini, a frequentare gli store commerciali o le attività ristorative orientali, la dottoressa Bosco afferma: “Non abbiamo i presupposti per dire se sia qualcosa di fondato. Magari queste persone non vanno in Cina da tre anni. Si parla anche di merci, di cibo. Non c’è nessun dato che ci conferma la presenza del virus in alcuni alimenti”.

Consigli e buone prassi da rispettare? “Rispettare le norme basilari dell’igiene, un buon lavaggio delle mani con acqua potabile e detergente comune. Vorrei consigliare, a chi ancora non lo ha fatto, di fare la vaccinazione antinfluenzale per evitare la similitudine di sintomi che ci può confondere. I medici di famiglia hanno ancora il vaccino contro l’influenza, quindi bisogna farne richiesta ed effettuare questa vaccinazione che abbiamo la possibilità di fare”.

(Guarda il video)

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