Corruzione e appalti truccati: condannato ex dirigente del Comune di Agrigento

Quattro anni e otto mesi di reclusione. È questa la condanna inflitta all’ex capo di gabinetto del sindaco di Agrigento ed ex comandante della Polizia municipale. Il verdetto è arrivato ieri dal gup del Tribunale di Palermo al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Il dirigente era stato arrestato nell’aprile del 2024 dai carabinieri di Partinico nell’ambito di un’inchiesta su un presunto giro di tangenti che ha coinvolto complessivamente 12 persone.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a cinque anni. Il giudice ha disposto, oltre alla pena detentiva, anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’incapacità, anch’essa perpetua, di contrattare con la pubblica amministrazione. Una decisione che segna uno spartiacque netto per la carriera dell’ex burocrate, il quale – nonostante la gravità delle accuse – ha sempre negato ogni responsabilità: «Non ho mai preso soldi, in quei fascicoli non c’erano banconote, ma solo documenti», ha dichiarato nell’ultima udienza. Attualmente si trova ai domiciliari.
Secondo l’accusa, nell’estate del 2021, avrebbe favorito l’assegnazione di appalti per l’assistenza domiciliare ad anziani non autosufficienti a società riconducibili ad un soggetto per ricevere in cambio una tangente di 7.500 euro, suddivisa in tre tranche. Il dirigente avrebbe sostenuto che i suoi incontri fossero legati all’attività della moglie, dirigente scolastica interessata a organizzare una gita scolastica.
Nel processo si è costituito parte civile il Comune di Santa Elisabetta, che riceverà 5.000 euro di risarcimento. Il Comune di Agrigento, inizialmente parte lesa, ha rinunciato alla costituzione dopo aver ottenuto un risarcimento.