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Regioni ed Enti Locali

Costi del servizio idrico, Konsumer chiede di sapere se tutti i Comuni consegneranno reti e sorgenti

Konsumer chiede di sapere se tutti i 43 comuni della provincia consegneranno le reti e le sorgenti, in quanto quest’ultime garantirebbero l’autosufficienza idrica senza dover ricorrere a SiciliaAcque e quali saranno i costi indiretti della futura gestione.

Konsumer preso atto che l’unico confronto con il direttivo dell’Ati è stato il 22 luglio u. s., nel quale è stata consegnata, da parte dell’Associazione ai sindaci presenti, una richiesta scritta sulle principali problematiche del servizio idrico ancora senza risposta ha chiesto, ai Sindaci di Racalmuto e Raffadali, in occasione dell’assemblea cittadina svoltasi venerdì 6 settembre per il primo e per il secondo in occasione del consiglio comunale aperto svoltosi ieri nelle rispettive aule consiliari, di sollecitarne il riscontro da parte dell’Ati stessa.

I Sindaci hanno già accettato di farsi promotori del sollecito in quanto il fine di Konsumer è quello di poter valutare proprio insieme ai Sindaci di tutta l’assemblea territoriale idrica, quegli aspetti che in assenza di un attento esame, potrebbe rappresentare un buco nell’acqua sulla futura scelta di gestione idrica.
In particolare, Konsumer chiede di sapere se tutti i 43 comuni della provincia consegnaranno le reti e le sorgenti, in quanto quest’ultime garantirebbero l’autosufficenza idrica senza dover ricorrere a Siciliaacque e quali saranno i costi indiretti della futura gestione legati principalmente agli aspetti sia di natura convenzionale che a quelli sulla responsabilità della gestione stessa del precedente gestore.

“Considerato – ci dice l’avvocato Di Miceli – che oggi l’Ati ha di fatto inviato la risoluzione ma non ha ancora quantificato il costo della stessa.
Costo che potrebbe gravare ulteriormente sui cittadini.
Infine Konsumer plaude alle assisi pubbliche svoltesi che hanno impiegato i propri sindaci a votare per la scelta dell’azienda speciale pubblica consortile ritenuta l’unica forma societaria che comporterebbe il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua”.

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