David Bowie: il ceruleo e il notturno
Quanti accettarono, e scelsero di conseguenza, al sentire la voce di uno sconosciuto Orson Welles che gli alieni (il 30 ottobre 1938) erano tra noi?
34 anni dopo: per molti fu genialità, per altri teatralità trasgressiva; c’è chi ha dubbi sulla sua identità; è certo che il signor David Robert Jones, venticinquenne, dai concerti di David Bowie entrò nella vita di chi lo seguiva (anche da lontano – come lontano era lui) con la vita di Ziggy Stardust: pelle avorio, occhi bicromatici, capelli rossi, calzamaglie multicolori, era l’alieno che cantava i cunicoli iridati e i cortili ottenebrati, i vicoli prismatici e le scalinate notturne.
Per tutti fu (ed è) un alieno. Lo dice il ruolo; s’è palesato lui, il 6 giugno 1972.
Finché non mutò. Dopo circa un anno è Aladdin Sane dal fulmine rosso sul volto e un filiforme baluginio azzurro – c’è sempre stato un colore predominante, tra due. E mutò, nel 1974, in Halloween Jack – lo spirito della zucca dall’animo punk.
I ruoli sul palco furono precisi, studiati a tavolino, stacanovisticamente estranianti, avversi… alieni! E “scendevano” dal palco precedendolo, avvolgendolo, debilitandolo.
Ancora, a declinare la sua musica fu il suo nuovo concept ieratico: il Duca Bianco, partorito da Station to Station, il 23 gennaio 1976.
David Bowie cantava (Canta!) della vita reale, cruda e sanguigna, e della vita artificiale, senza peso e fruibile e fissa. Cantare dell’artificio della vita è significato cantare dell’artefatto che si fa Arte solo dopo esser stato Umano.
Costantemente «absolute beginner», pregava una collocazione nel mondo e una collocazione del mondo.
Il 25 giugno del 2004 fu ricoverato di urgenza e sottoposto a un’operazione di angioplastica coronarica.
Il giorno del sessantaseiesimo compleanno di David Bowie, nel suo sito fu annunciata l’uscita dell’album The Next Day, poi pubblicato il 12 marzo 2013.
L’8 gennaio 2016 è uscita la sua ultima opera ★ (leggesi, Blackstar).
Per gravi complicazioni epatiche causate da un cancro al pancreas, David Robert Jones si spegne questo 10 gennaio.
La sua diversità è stata l’essere un uomo che voleva: voleva amore e la voleva nella musica, voleva brillare e lo voleva nella teatralità, voleva muoversi oltre ogni limite e lo sta facendo avendo una sua propria costellazione.
La sua “musica”, la musica che ha recitato è la moltitudine di prospettive in cui si barcamena la Vita.
Buon Vento, David.
Maurizio Cacciatore