Delitto di Pordenone: le dichiarazioni dei coinquilini e il biglietto sospetto
Altre indiscrezioni sull’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone.
Adesso a parlare sono i coinquilini di Ruotolo, che dopo sei mesi dall’accaduto, “vuotano il sacco” circa quella maledetta sera in cui i due bei fidanzati trovarono la morte.
“Giosuè non usciva mai di sera a quell’ora, quando gli abbiamo chiesto dove andasse, ci ha risposto di farci i fatti nostri. Poi è tornato e si è cambiato. Quella sera inoltre Giosuè aveva cenato molto più tardi del solito.”
Questa una parte della dichiarazione dei due militari con cui Giosuè divideva la casa. I coinquilini inoltre avrebbero messo in luce il carattere di Ruotolo: la personalità introversa, la sua vita sentimentale non del tutto serena.
“Lo si sentiva piangere spesso mentre era al telefono con la fidanzata” avrebbero confermato i coinquilini di quello che ad oggi risulta essere l’unico sospettato del delitto di Teresa e Trifone.
I coinquilini hanno parlato anche di Trifone e del suo particolare successo con le donne, affermando: “Portava spesso ragazze a casa“.
Questo potrebbe confermare la pista seguita dagli inquirenti, cioè quella passionale, Giosuè sarebbe stato frustrato dal successo di Trifone in tutti i campi.
Altro elemento che farebbe stringere il sospetto nei confronti di Ruotolo come un nodo scorsoio sarebbe il bigliettino trovato all’interno del suo portafoglio, che aveva la dicitura: “Via Chioggia 8-11“.
La via dove risiedevano Teresa e Trifone. Il numero civico sul biglietto però si riferisce a due caseggiati disabitati che affiancavano lo stabile in cui si trovava il nido d’amore dei due fidanzati.
Secondo la Procura, il 26enne avrebbe svolto degli appostamenti per spiare e pedinare i due fidanzati.
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