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Salute

Di carne ci si può ammalare: allarme dell’organizzazione mondiale della sanità

iarcUn vero e proprio polverone quello sollevato dall’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sulle carni rosse lavorate che sono state scritte nella lista degli alimenti potenzialmente cancerogeni proprio come il fumo.

La carne processata cioè sottoposta a processi di lavorazione, è stata inserita nel “gruppo 1” delle sostanze cancerogene cioè tra gli agenti sicuramente cancerogeni per l’uomo; la carne rossa invece nel “gruppo 2”, cioè tra gli agenti probabilmente cancerogeni per l’uomo.

Da ciò si evince che mangiare spesso carne lavorata e conservata come salami wurstel e prosciutto, può causare il grande male del secolo come fa il fumo di sigaretta; la carne rossa non processata è invece considerata come probabilmente cancerogena.

Questo secondo quanto pubblicato nello studio dell’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro riguardante il rapporto tra alimentazione e tumori. I risultati elaborati su 800 studi tra 22 esperti di 10 paesi hanno scosso il mondo scientifico ma non solo, perché la questione riguarda noi e le nostre abitudini.

A tal proposito gli oncologi frenano dicono che sia importante non abolire completamente i prodotti incriminati, ma consumarli con razionalità e misura. “Un rischio che emerge dalle evidenze statistiche” dicono gli esperti “ciò non significa però automaticamente che una persona non possa consumare anche saltuariamente ciò che gli piace”. Oltre al tumore al colon, mangiare hamburger e simili potrebbe favorire anche quello al pancreas e alla prostata. In cima alla lista nera resta però il fumo.

All’eccesso di carne, secondo lo studio dell’organizzazione mondiale della sanità, si possono attribuire 34mila vittime l’anno; mentre 1 milione per le sigarette e 600 mila per l’abuso di alcol. Anche su numeri e porzioni i medici invitano al buonsenso.

L’indicazione secondo cui mangiare un etto di carne rossa al giorno farebbe aumentare il rischio di cancro del 17% e del 18% se processata, avrebbe un valore più statistico che concreto l’importante è variare il più possibile la scelta a tavola e favorire la dieta mediterranea.

Marcella Lattuca

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