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Editoriali Regioni ed Enti Locali

Dieci giorni senza “Viadotto Morandi”: quel ponte andava chiuso?

viadotto-morandi-chiuso1Dieci giorni senza “viadotto Morandi“. Agrigento sembra tollerare la chiusura dell’importante arteria viaria che collega la città dei Templi con Porto Empedocle.

Dopo la decisione dell’Anas di chiudere il “ponte” e deviare il traffico a percorsi alternativi per “consentire il più celere avvio dei lavori per gli interventi di manutenzione già programmati“, la viabilità agrigentina, come era immaginabile, ha subito qualche congestione anche a causa dei lavori che a breve porteranno la riapertura del primo lotto della SS 640 Agrigento-Caltanissetta.

In questi giorni i cittadini hanno dovuto fare i conti con “code” di auto, e traffico in “tilt” soprattutto nelle zone nevralgiche della città. File chilometriche che si sono soprattutto viste durante il mercato del “venerdì”, in zona Esseneto, e per chi, approfittando del sole, si è voluto concedere un momento di relax raggiungendo la zona balneare di San Leone. 

Come si ricorderà, la chiusura del viadotto, seppur come confermato dall’Anas era già prevista, probabilmente ha subito una accelerazione dopo gli interventi mediatici di tv locali e nazionali che hanno portato alla ribalta le denunce dell’associazione ambientalista MareAmico Agrigento sulla presunta precarietà di alcuni piloni che sorreggono la struttura.

A vedere come è combinato il Ponte Morandi, vengono i brividi alla schiena” recitava MareAmico che in più battute sollecitava gli organi preposti ad un intervento immediato, addirittura pensando ad una ipotesi: quello di abbattere il ponte. Sì, perchè l’eventuale decisione di spendere 20 milioni di euro per “curare un malato grave” per l’associazione ambientalista potrebbe invece riguardare interventi “per una viabilità a raso per vedere una Valle libera da questo mostro“. Una soluzione che però poco dopo si è aggiunta alla richiesta, sempre da parte di MareAmico, di riaprire un tratto del viadotto “visto che la gran parte dei piloni ammalorati si trovano nella seconda parte (dalla necropoli Pezzino a Villaseta)“, al fine di ridurre i problemi di circolazione viaria. 

Insomma, se da un lato le iniziali denunce hanno portato il “caso” agli occhi dell’Italia, dall’altro gli agrigentini sembrano “divisi” sugli interventi da intraprendere. Reazioni e lamentele, che probabilmente non sono piaciute e che hanno causato qualche “mal di pancia”. 

Intanto, il Sindaco di Agrigento si è più volte fatto portavoce delle preoccupazioni degli agrigentini sul problema viabilità: richieste e solleciti di interventi immediati che riducano il più possibile i disagi per gli automobilisti. “MareAmico – aveva affermato nei giorni scorsi il primo cittadino della città dei Templi – credo debba mettersi d’accordo con se stesso perchè lanciando un ‘allarme-non allarme’ ha creato una condizione di panico generale. Come ha spiegato l’Anas quei piloni senza corteccia non sono i piloni portanti del ponte. Si è creato questo grande panico generale con MareAmico che si è affrettato a mandare ogni giorno segnalazioni a tutte le trasmissioni giornalistiche italiane. Oggi che si capisce il danno che è stato fatto alla collettività, e se ne chiede l’apertura. E allora: o il ponte era pericolante o non era pericolante? Smettiamola di giocare con le cose pubbliche. Qualcuno deve fare qualche riflessione sul modo di comportarsi. Questo è un modo per fare male alla Sicilia e ad Agrigento“.

 

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