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Regioni ed Enti Locali

Differenziata, niente “stangata” per Agrigento: il virtuosismo premia

differenziataRaccolta differenziata sotto il 35 per cento? Possibile rischio stangata per i comuni siciliani che non hanno raggiunto la soglia prevista entro il 31 maggio. Lo prevede l'”Avviso pubblico esplorativo” pubblicato sul sito del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti della Regione Siciliana.

Il provvedimento è finalizzato all’indagine di mercato per “l’acquisizione di manifestazione di interesse per il trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti al di fuori del territorio della Regione”. Secondo l’avviso infatti una delle cause della crisi emergenziale sarebbe dovuta, in parte, alla quantità di rifiuti indifferenziati che i Comuni conferiscono in discarica. Un dato allarmante sottolineato dal valore medio regionale di differenziata che, nell’anno 2017, si attesta al 15,40 per cento. Ben al di sotto rispetto al 65 per cento previsto dalla normativa nazionale e regionale.

Previsto dunque nell’avviso il costo aggiuntivo che bisognerà reperire per il trasferimento dei rifiuti eccedenti al di fuori della Sicilia; costi che, secondo una prima stima, si aggirerebbero intorno i 20 milioni di euro annui e che andranno così a gravare su quei comuni non virtuosi che non raggiungeranno almeno il 35 per cento di raccolta differenziata.

Un dato che conforta Agrigento che, fra critiche e polemiche, evidenzia un dato incoraggiante che si attesta ben oltre il 65 per cento (soglia che la Regione qualifica come virtuosa) di raccolta differenziata dei rifiuti. Un obiettivo collettivo centrato che permetterà così di evitare ulteriori aggravi alle tasche dei contribuenti.

E se la tanto discussa differenziata ad Agrigento sembra ancora far discutere, sui social network vengono postate foto di come si presentano grandi capitali europee con cumuli di rifiuti da ritirare. Una situazione che, come sottolinea qualcuno, non è dunque prerogativa della sola città di Agrigento, ma anche delle città ritenute all’avanguardia e più “civili”. Come dire: “tutto il mondo è paese”.