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Direttive sul Prg di Agrigento, Cimino (OdA): “città al collasso sotto il profilo infrastrutturale e socioeconomico”

Ieri pomeriggio, nella sala Maria Alajmo della biblioteca Franco La Rocca, l’Amministrazione comunale ha convocato Ordini professionali, enti, associazioni, sindacati, per discutere sulle direttive del Piano regolatore generale.

Presente, tra gli altri, l’Ordine degli Architetti di Agrigento, guidato da Alfonso Cimino.

“Occorre chiarire – afferma Cimino – che le direttive vengono redatte dall’Amministrazione comunale che ne assume la responsabilità politica e tecnica. In seconda fase sono sottoposte al vaglio del Consiglio comunale per essere approvate o modificate. Su queste direttive, come stabilito dalla legge, è stato avviato un tavolo di concertazione e ognuno ha apportato il proprio contributo, anche in formula scritta, sulla visione generale della città. Questa concertazione, e lo abbiamo ribadito più volte, deve avere tempi stretti.
Ancora non sappiamo, pur avendolo chiesto a gran voce, chi e con quali forme sarà affidato l’incarico per la progettazione dello strumento urbanistico o se verrà redatto dall’ufficio tecnico. Ad oggi non sono state avviate le procedure per la Via Vas, lo studio agricolo forestale, lo studio idrogeologico, la microzonazione sismica. Questa è una città al collasso – prosegue Cimino – sotto il profilo infrastrutturale, socioeconomico. Durante la riunione si è discusso di Piano particolareggiato del centro storico che poco aderisce alle direttive del Prg. Ad ogni modo, abbiamo posto questioni abbastanza chiare: consumo di suolo zero, defiscalizzazione per chi vuole investire e piano commerciale per incentivare le attività commerciali. Altro fattore di rilevante importanza è il collegamento della città ai quartieri satelliti, del centro storico alla Valle, come sosteniamo fin dal 1998, data in cui svolse in città il congresso internazionale proprio sul tema “Un progetto per la Valle dei Templi”. Ormai gli agrigentini sanno cosa occorre e, soprattutto, sappiamo che non è possibile perdere altro tempo. L’impellente necessità è avere lo strumento urbanistico, in mancanza del quale sono bloccate l’edilizia e le attività libero professionali. Inoltre, parlando di centro storico, appare strano che non abbia partecipato alla riunione l’ufficio della Diocesi dei Beni culturali. L’unico che, attualmente e a proprie spese, ha avviato un processo di rigenerazione urbana e riqualificazione del centro storico, incentivando diverse iniziative, una per tutte le navette di collegamento del centro storico con la Valle dei Templi. Credo che la Diocesi costituisca l’elemento più importante per discutere di centro storico, considerato che, già anticamente e storicamente, i quartieri erano suddivisi per parrocchie. La Diocesi ha la visione chiara delle esigenze dei cittadini e di chi vive quotidianamente il centro storico. Avrebbero potuto, e possono farlo ancora, offrire il loro prezioso contributo”.

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