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Domenica la Giornata Europea delle Lingue: le riflessioni di Adriana Iacono e di Anna Gangarossa

A partire dal 2001, su iniziativa del Consiglio d’Europa, il 26 settembre si celebra la Giornata Europea delle Lingue.
In tutta Europa, 800 milioni di europei, rappresentati dal Consiglio d’Europa con 47 stati membri, sono incoraggiati a imparare più lingue, ad ogni età, all’intero e al di fuori della scuola. In occasione della ricorrenza, riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di Adriana Iacono, direttrice Eurolingue School di Agrigento e di Anna Rita Gangarossa, dirigente scolastico dell’Istituito comprensivo statale “Luigi Pirandello di Porto Empedocle.

Così Adriana Iacono: “Nella giornata delle lingue mi piace ricordare i tanti progetti Erasmus che hanno permesso di diffondere cultura e lingua tra le nazioni europee. Da insegnante trovo che non ci sia modo migliore di fare circolare l’identità europea se non attraverso la conoscenza diretta di un popolo della sua cultura, il suo cibo, la sua storia e ovviamente la sua lingua. Grazie a un progetto europeo, qualche anno fa, ho potuto scoprire la calorosa accoglienza dei Danesi, la loro simpatia, e senso dell’umorismo. Ho scoperto che le aule insegnanti di Copenaghen sono calde come soggiorni di casa, arredate con divanetti, mobili in legno e fiori; che in Germania bere birra e fumare davanti a studenti minorenni sono considerati comportamenti molto scorretti; che gli insegnanti spagnoli, e in generale anche quelli di altre nazionalità, vengono chiamati per nome dai loro alunni e che i presidi si seggono a terra insieme ai ragazzi per entrare in una foto di gruppo. Ho scoperto di avere tante affinità con i colleghi stranieri, problemi comuni, condizioni di lavoro simili, per molti versi, anche se gli stipendi non sono proprio identici (ma questo meriterebbe un discorso a parte). Ho visitato città bellissime, visto ragazzi capaci di socializzare in inglese e colleghi scambiare opinioni e esperienze professionali durante una crociera sul fiume o una visita a un monumento. Anche in tempi di Covid i progetti Erasmus vanno avanti. Attualmente siamo impegnati in due progetti che coinvolgono la Spagna e il Portogallo, oltre che l’Italia. Uno in particolare, che è già avviato da due anni, si chiama ‘Verso un modello di bilinguismo integrato’, siamo quattro partner ufficiali: L’Università di Cordova, in Spagna, L’università di Oporto, in Portogallo, la scuola Fundaciòn Santos Martires di Cordova, capofila del progetto, e Eurolingue School. Il nostro lavoro consiste nello sviluppare strumenti digitali per la scuola. Per questo motivo il coinvolgimento delle scuole è fondamentale perché saranno loro a testare l’efficacia di questi strumenti che una volta completati saranno messi gratuitamente a disposizione di tutti gli insegnanti in tutta Europa.”

Anna Rita Gangarossa, dirigente Istituto Comprensivo Pirandello di Porto Empedocle: “Sono molto contenta di essere stata coinvolta in questo progetto come partner informale. Ho sempre creduto nell’importanza delle lingue come veicolo di formazione culturale importante, oltre che come mezzo di comunicazione. La lingua inglese è ormai diventata la lingua franca che il mondo usa in ogni contesto e noi Europei, anche se la Gran Bretagna non fa più parte della comunità, usiamo il grande lascito del popolo anglosassone. Gli strumenti creati da questo progetto Erasmus saranno testati dai nostri ragazzi e diventeranno un mezzo per migliorare l’offerta didattica, digitale e non, per tantissime scuole europee. Siamo orgogliosi di dare il nostro contributo affinché questo possa realizzarsi nel migliore modo possibile.”

David Ruz, direttore di WIN School of Languages e coordinatore del progetto per Fundaciòn Santos Martires di Cordova: “Il nostro progetto si chiama IBModel e dura tre anni. Il nostro impegno è di sviluppare tre prodotti digitali per la scuola. Il primo riguarda un test con prove specifiche per misurare il linguaggio accademico che gli studenti stanno apprendendo nei sistemi bilingue in Europa. Il secondo è un materiale digitale gamificato, attraverso la piattaforma Genially, per supportare l’apprendimento di contenuti sociali, naturalistici e di altre materie che si insegnano nelle scuole. Il terzo è una app per telefonini che si chiama Check It e servirà a migliorare il coordinamento tra i docenti d’inglese e di altre materie che si insegnano in inglese nei sistemi bilingue e nelle scuole dove si usa l’approccio CLIL (Content and Language Integrated Learning). Organizzeremo dei congressi in Spagna, Portogallo e in Italia a partire dall’anno prossimo per diffondere i risultati ottenuti dall’uso di questi strumenti. Vogliamo invitare più scuole possibili a partecipare al progetto pilota per testare questi materiali con il coinvolgimento dei loro studenti.”

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