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Fede e Legalità, Canicattì accoglie le reliquie del Beato Rosario Livatino

Ieri pomeriggio a Canicattì, commovente e molto partecipata celebrazione per la venerazione delle insigni reliquie del Beato Rosario Angelo Livatino. Un momento di profonda spiritualità che ha coinvolto fedeli, autorità religiose e civili. Una città stretta nel silenzio e nella preghiera ha accolto ieri, con profonda devozione, il corteo che ha accompagnato le reliquie del Beato Rosario Angelo Livatino, il giudice martire della mafia, beatificato nel 2021 per il suo esempio di integrità e fede vissuta nel quotidiano.

I devoti hanno affollato le strade di Canicattì, il paese natale del giovane magistrato ucciso dalla criminalità organizzata nel 1990, per tributargli l’ultimo onore terreno. Presenti le più alte autorità civili, militari, politiche e religiose della provincia di Agrigento; a presiedere il momento solenne, l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano.

Al loro fianco il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo, che ha sottolineato come “questa giornata rappresenti un segno forte di riscatto e di speranza per tutto il territorio”.

Il corteo ha attraversato le vie principali della città fino a raggiungere la via dedicata proprio al beato Livatino, dove monsignor Damiano ha celebrato l’eucaristia dinanzi a migliaia di fedeli, in un’atmosfera intensa e raccolta. Al termine del rito, l’urna è stata ricondotta alla chiesa di Santa Chiara e collocata sul sagrato, per permettere ai cittadini di rendere omaggio al “giudice ragazzino”, come lo definì Giovanni Paolo II.

L’esposizione pubblica del corpo del beato resterà aperta fino al 18 maggio. Successivamente, il reliquiario sarà custodito all’interno della parrocchia e riaperto annualmente per un periodo prestabilito, diventando così un appuntamento fisso di riflessione spirituale e civile per la comunità.