fbpx
Cronaca

Girgenti acque: il coordinamento Titano chiede il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico

All’indomani dello tsunami che ha travolto Girgenti Acque a causa dell’interdittiva antimafia indirizzata al presidente dell’ente gestore idrico, si pensa a quale sarà il destino della distribuzione dell’acqua ad Agrigento. Mentre l’Ati avrebbe accelerato la risoluzione del contratto, il coordinamento Titano dice la sua nella seguente nota:
La continuità e la correttezza nella erogazione del Servizio alle utenze nella ordinari età che non deve peggiorare ancor di più e soprattutto il fatto che l’Ati ad oggi non ha ancora messo in programma la trattazione del dopo Girgenti Acque. Se non ora quando? Ci chiediamo, scrive il Coordinamento, se dalle nostre denunce arrivate dal luglio del 2017 e da altre ancora, già presenti dal 2009 ad oggi, presentate da altri, la risoluzione sta arrivando soltanto adesso, omettendo i dovuti controlli che spettavano all’ organo di controllo come da 152/06, quando verrà messa in programma la trattazione di detto argomento? Quando i Sindaci vorranno ridare dignità e giustizia ad un popolo che li ha eletti per rappresentare e tutelare i loro interessi ed i loro diritti? Siamo particolarmente scettici, ma sempre pronti a ricrederci. Ci colpisce soprattutto il rifiuto, nei fatti, di appropriarsi delle proprie prerogative da parte dell’Ato ieri e dell’Ati oggi, cioè essere Organo di Controllo. Non si può assistere al fatto che a togliere le castagne dal fuoco possano essere le Procure ieri e la Prefettura oggi. Nemmeno davanti al sequestro di ben tredici depuratori l ‘ Ati ha sentito il bisogno di espletare i controlli che ad essa competevano, giacché, come essa stessa dichiara, l’incarico alla facoltà di ingegneria di Palermo è mirato alla redazione del Piano degli investimenti e ad oggi non ha aggiunto nulla sulle lamentate inadempienze da contestare al Gestore”. Continua il coordinamento “sollecita ancora una volta, l’Assemblea a calendarizzare gli incontri per la scelta del nuovo modello organizzativo che non può essere che una Azienda Speciale Consortile, interamente in mano ai 43 sindaci, per allontanare e mettere da parte egoismi, disefficienze, disinteresse o interessi particolari. I cittadini nel 2011 hanno scelto ed in maniera molto chiara e perentoria, tramite il referendum: La gestione dell’ acqua deve tornare in mani pubbliche ed improntarsi a criteri di efficienza , efficacia ed economicità. Siano i Sindaci protagonisti di un moto di orgoglio e di responsabilità e accelerino il percorso che gli agrigentini da troppo tempo aspettano”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.