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Regioni ed Enti Locali

Ignazio Cutrò senza protezione, Raso (Cgil) scrive al Ministro degli Interni: “va protetto”

massimo_raso“Da domani la mia famiglia ed io non avremo più la protezione da parte dello Stato. Eppure appena due mesi fa un boss è stato intercettato mentre parlava di me e delle rotture di coglioni che ho provocato alla mafia locale.

Da domani io sarò con una normale autovettura senza vetri blindati, della quale a questo punto potrei probabilmente farne a meno. Eppure alcune settimane fa sono stati scarcerati i soggetti che ho fatto condannare con le mie testimonianze. La mia famiglia, invece, non avrà più alcun tipo di protezione.  Da domani verranno anche smontate le telecamere che consentivano ai carabinieri di videosorvegliare la mia casa.  Eppure i carabinieri circa due mesi fa hanno arrestato alcune persone che – intercettate – dicevano: “Appena lo Stato si stanca… che gli toglie la scorta poi vedi che poi…”. Da domani non ci sarà più la protezione che avevamo io e la mia famiglia perché secondo l’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale del Ministero dell’Interno ed il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, che fa capo alla Prefettura di Agrigento, io non sono più in pericolo di vita.(…)”.

Sono le parole sconfortate di Ignazio Cutrò che hanno registrato la reazione di Massimo Raso, segretario generale della Cgil di Agrigento, che afferma: “Per Noi, Ignazio Cutrò in tutti questi anni è stato un simbolo, il simbolo di una Sicilia che rialza la testa, di un Imprenditore che ha deciso di non sottostare al ricatto mafioso ed è diventato “testimone di giustizia”. Le recenti intercettazioni lette sui giornali dell’ “operazione Montagna” ci hanno dato conferma di come “la mafia non dimentica”. Noi non abbiamo le informazioni che ovviamente solo gli organi di polizia possono avere circa i pericoli cui è sottoposta una persona, ma certo è che il segnale che arriva è davvero brutto e preoccupante e vorremmo che persone come Ignazio Cutrò debbono essere sicure e che, per questa via, altri Imprenditori possano seguirne l’esempio. Per queste ragioni vi chiediamo di rivedere questa decisioni per tornare ad assicurare a Cutrò ed alla sua famiglia quella tranquillità che hanno perduto”.