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Il risveglio di Agrigento passa dalle iniziative dei giovani: l’esperienza di YAB – INTERVISTA A DAVIDE LO IACONO

davide lo iaconoGrande successo per “Yab – Edizione Zero“, la prima manifestazione che quest’anno ha coinvolto giovani, turisti e agrigentini nel centro storico di “Girgenti” per un Ferragosto “alternativo” all’insegna della cultura e l’arte.

Una manifestazione che ha avuto come protagonisti assoluti i giovani artisti agrigentini e che sicuramente può essere annoverata tra gli eventi più esclusivi che ha sorpreso questa estate 2016.

Una lunga serata dedicata alla musica elettronica, alle proiezioni, alle arti visive e alla pittura che ha coinvolto le zone di via Pirandello, via Atenea e la piazza antistante la chiesa di San Pietro. Un successo realizzato da tanti ambiziosi giovani che, con l’avallo dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lillo Firetto, sono riusciti a valorizzare la città dei Templi per la notte di Ferragosto.

ferragosto via atenea2Tanta partecipazione e soprattutto tante iniziative che hanno avuto come unico obiettivo la rinascita culturale e sociale di Agrigento.

Per questo abbiamo voluto intervistare uno dei protagonisti di questo successo, Davide Lo Iacono (in foto), compositore e selezionatore, ex membro della band Eimog e direttore artistico dell’evento “Yab – Edizione Zero”.

Davide, sei stato uno degli organizzatori del Ferragosto a “Girgenti”. Un successo atteso, ma forse inaspettato. Quale il segreto di tanta partecipazione?

“Deragliare il concetto di partecipazione verso qualcosa che somigli più ad un “contribuire”, “esser parte di”, ha semplicemente confermato ciò di cui sono certo da sempre: tutti necessitiamo di sviluppare il nostro far parte di una collettività attraverso la attiva partecipazione. Riuscire a suscitare termini come curiosità, nell’epoca della decadenza intellettuale, è la giusta chiave di lettura per la riuscita di qualsiasi iniziativa sociale. Se il cittadino si assume la responsabilità di auto-educarsi come cittadino, è fatta. La cittadinanza, i privati, gli ideatori, hanno “partecipato“.

Da cosa nasce YAB? Quali le finalità?
YAB è un mio piccolo sogno. Essendo stata la musica il veicolo attraverso cui esprimermi socialmente, ho avuto modo di viaggiare, osservare e conoscere realtà che hanno fortemente contribuito alla mia formazione sia artistica che civica. YAB è un sogno umile, con la grande ambizione di trasformarsi in qualcosa di molto importante per tutti noi. Se solo pensiamo a Castelbuono e il suo incredibile YPSIGROCK, ZANNE FESTIVAL di Catania etc.. forse dovremmo convincerci che anche Agrigento può fare la differenza nella nostra amata Sicilia. Questo lo scopo finale: donare la bellezza e farne tesoro augurandosi che tantissimi altri vorranno con le loro iniziative contribuire alla rinascita della nostra città”.

Agrigento negli ultimi mesi sta vivendo un periodo di spiccato interesse verso la cultura. Movimenti giovanili, associazioni e semplici cittadini stanno promuovendo quel “protagonismo civico” che sta tornado a far “vivere” la città. Credi che l’ingrediente principale per “riscoprire” Agrigento debba partire dai giovani e dalla loro volontà di mettersi in mostra?
Agrigento ha fame; fame di crescere, di “culturizzare” ogni singolo passo fatto da tantissimi ragazzi che qui operano da anni. Agrigento è stracolma di personalità brillanti: RUDERE, DETTOFATTO, ASS.DANILO DOLCI, OPENSPACE, e gli stessi imprenditori della movida che da anni investono sull’offrire servizi di enorme valore. Una collettività che si rispetti deve dare spazio a tutti e partecipare a tutto ciò che concerne l’interesse e lo spirito critico verso la stasi mentale e progettuale. Accettiamo il declino epocale ma per spirito di sopravvivenza siamo obbligati a risollevare le sorti di un paese alla deriva. L’unica soluzione è rappresentata dalle idee e dalla voglia di realizzarle. I giovani sono “vittime” solo se si auto-abbandonano al nulla, ma finchè sono mossi da idee rappresentano il futuro”.

La nuova amministrazione comunale ha da subito aperto le “porte” ai giovani e ai privati attraverso forme di “protagonismo civico”. Quanto ha contribuito il fatto che vi sia una amministrazione comunale sensibile a queste iniziative?
Pensare ad un’amministrazione “distante” va contro il principio stesso di amministrazione cittadina. Accogliere, consentire, aiutare, supportare sono termini di cui la stessa deve farsi carico ogni giorno. È anche vero che sono gli stessi cittadini a imporre distanze. In fondo, basta andare nel famigerato “palazzo amministratore” e chiedere di esprimersi. Credo che gli agrigentini in questo momento storico, si possano permettere questo gratuito lusso: presentarsi e dire “ho la mia idea e vorrei realizzarla”. Sono sicuro, e con YAB ne ho avuto la conferma, che se l’idea ha un suo valore, l’amministrazione si batterà per la riuscita”.

L’assessore Beniamino Biondi anche prima di intraprendere il percorso politico si è da sempre battuto per la valorizzazione del centro storico, attraverso l’impiego di artisti agrigentini e di giovani che credevano nel “progetto” Agrigento. Hai seguito un po’ la su scia.
Beniamino lo conosco da tempo ma onestamente non avevo mai avuto il piacere di collaborare con lui a stretto contatto. È stato fondamentale trovare questo “ponte” tra cittadini e istituzioni per la riuscita di YAB. Ovviamente il suo essere tutt’oggi un cittadino con un background da “ideatore” lo rende partecipativo e attivo. Forse il dramma è stato sempre questo ad Agrigento; il fatto che quella maledetta poltrona sia sempre stata troppo comoda per i passivi sederoni dei nostri politici. È tempo di ridurre la comodità, dare loro una scomoda sedia di legno e forse, troveranno il tempo, come del resto ha fatto Beniamino, di rendersi conto attivamente di cosa ha bisogno Agrigento e i suoi cittadini”.

In passato abbiamo vissuto epoche in cui i giovani trovavano veri e propri ostacoli da parte delle Istituzioni nel promuovere attività e iniziative culturali. Pensi sia stata una mancata consapevolezza da parte della classe politica verso le potenzialità dei giovani agrigentini, o solo disinteresse?
Disinteresse assoluto. Altre priorità, altre volontà. Ma ciò che in eredità hanno lasciato è drammatico. Non si sono mai chiesti cosa avrebbero lasciato ai loro figli, nipoti. Questo è il risultato: città sporca, senza progetti e con una mentalità da ricostruire e reinventare. Forse molti dei loro nipoti hanno un buon posto di lavoro, ma non cambia la realtà dei fatti. Agrigento da troppi anni è una città in coma reversibile. Saranno i cittadini a decretarne il risveglio”.

Avete in programma qualche altra manifestazione che possa coinvolgere tutta la cittadinanza?

Moltissimi agrigentini si nutrono di idee e pensieri e forse la stessa amministrazione, di cui oggi conosco la sensibilità, dovrebbe chiedere ai suoi cittadini di affollare i propri uffici con richieste e progetti da protocollare. Solo così Agrigento sarà la città dove tutti gli “emigrati” decideranno di ritornare a vivere e dove potranno finalmente esprimere la loro professionalità e il loro bisogno umano e intellettuale di esistere”.

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