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Il sociologo prof. Francesco Pira ospite del festival “Animare Licata”

Ci sarà anche il sociologo Francesco Pira, professore associato di sociologia all’Università di Messina, saggista e giornalista, tra gli ospiti del festival “Animare Licata” nella serata di domenica 13 luglio presso il Chiostro Badia per parlare di educazione alla legalità a margine della proiezione del corto “Tufo” dedicato alla storia dell’imprenditore Ignazio Cutrò.
Lo hanno annunciato gli organizzatori dell’evento sottolineando la necessità di “lavorare a percorsi di educazione alla legalità anche attraverso prodotti di qualità dell’animazione italiana”.
Il professor Pira rientrato da pochi giorni da Gorizia, dove è stato docente di un seminario di formazione per docenti di lingua italiana dell’ex Jugoslavia, e da Malaga in Spagna dove fa parte di un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’Università di Malaga sulla famiglia digitale ha affrontato nei suoi lavori di ricerca il tema dell’educazione al rispetto dell’altro in articoli scientifici e conferenze.
“Ringrazio Angelo Sanfilippo, anima del Festival, e tutto lo staff di Animare Licata, per questa bella opportunità per parlare di valori attraverso l’animazione forma d’arte davvero interessante. I valori della responsabilità – ha dichiarato il prof. Pira -e della solidarietà nelle sue diverse espressioni, il diritto/dovere di ciascun cittadino a partecipare alla crescita della società, così come il diritto di fare impresa e il dovere di indirizzarla a fini sociali, rappresentano alcuni dei fondamenti su quali è organizzata la società italiana. Certo la storia italiana dal dopoguerra ad oggi, ci ha mostrato che non sempre i principi trovano reale e completa applicazione, i tentativi di fare venire meno il primato della legalità (terrorismo di diversa matrice, delinquenza organizzata) hanno prodotto in alcuni casi una forma di scollamento tra società e Stato, e hanno dato luogo ad una crescita del paese non omogenea, complessa, generando delle differenze che ancora oggi sopravvivono in termini di sviluppo tra Nord e Sud della nostra penisola. Nell’era della piattaformizzazione, assistiamo a tante forme di odio che ci allontanano dalla carità. Basti pensare agli hater, odiatori seriali, e alle tante devianze della rete. Una fragilità sociale che si manifesta sotto diversi aspetti.
In questo scenario – ha concluso il sociologo dell’Università di Messina – il richiamo a un’educazione alla solidarietà, alla consapevolezza civica e al rispetto per l’altro diventa fondamentale. Non possiamo continuare a vivere nella “bolla” della disinformazione e dell’egoismo; è urgente promuovere un’educazione che vada oltre il semplice apprendimento delle nozioni, per formare cittadini consapevoli, capaci di distinguere la buona dalla cattiva informazione e di riconoscere l’altro come parte della nostra stessa famiglia umana”.