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Il valore dell’arte sacra per l’uomo contemporaneo: se ne discute al Museo Diocesano di Agrigento

Il prossimo 14 dicembre dalle 18.00 all’interno della rassegna Libri al MUDIA si parlerà della crisi di Dio nell’arte contemporanea con la presentazione del libro “Se Dio non vale un quadro” di don Liborio Palmeri, direttore del Museo di Arte Contemporanea San Rocco di Trapani.
Dialogheranno con l’autore la professoressa Eva Di Stefano, già docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Palermo, e Rita Ferlisi, storico dell’arte della Soprintendenza di Agrigento.
Pur avendo ancora un ruolo importantissimo per le comunità, l’arte ha oggi difficoltà nel condurci a pregustare la liturgia celeste. C’è proprio una frattura che si è creata e che è molto profonda e che va colmata perché l’arte torni a parlare quel silenzio cristiano che ci nutre e dia voce a quella ‘bellezza antica e sempre nuova’ di cui questo tempo è assetato. I percorsi di riavvicinamento al mistero, rivolti agli artisti, vanno proprio in questa direzione.
Quale formazione all’arte sacra oggi? Il problema è che nonostante il prezioso deposito della tradizione la maggior parte delle nostre chiese considera l’arte come orpello e non come possibilità di evangelizzazione. Occorre avviare una nuova prospettiva sull’arte sacra che esige una rigenerazione di un’estetica della fede e allo stesso tempo anche l’acquisizione di nuove competenze. Siamo sollecitati a riscoprire e a colmare questo deficit di formazione all’arte sacra. Nel nostro Paese 2/3 di patrimonio sono di matrice religiosa e abbiamo solo sei o sette centri di formazione adeguata all’arte sacra.

Nel frattempo, nuove discipline, come l’antropologia religiosa e la psicanalisi, hanno tracciato i lineamenti dell’homo religiosus di ogni tempo. Quest’uomo, affascinato dal mistero delle cose, esiste ancora dopo la morte di Dio? Del suo mondo sacro sono rimaste tracce nell’arte del Novecento? E la Chiesa è ancora in grado di ascoltare il grido della sua Domanda? In un percorso avvincente, l’autore di questo libro si pone queste ed altre domande, senza dare al lettore risposte preconfezionate, ma volendo ritrovare con lui quel filo d’oro che ricolleghi arte e spiritualità, l’Arte e la Chiesa. Se Dio sembra fuggito dal quadro, forse bisogna cercarlo nell’oltre della tela, attraverso un taglio doloroso che faccia superare ogni pregiudizio.

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