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In ricordo di Giusi Carreca: l’importanza della memoria

È trascorso un anno dalla morte di Giusi Carreca, e, al di là dei miei personali sentimenti e di un lutto che ancora non sono riuscita ad elaborare, ritengo importante ricordarla. Importante non solo e non tanto per coloro che la conobbero e le vollero bene, ma per la città di Agrigento, in cui visse e che tanto ancora può ricevere da lei.
Ricevere, sì, perché la vita di Giusi fu intensa e ben spesa. Intelligente ed appassionata, guidata da forti valori morali, si dedicò da sempre alla promozione della donna e della parità di genere, impegnandosi in prima persona nell’Udi e dando vita all’associazione “Agorà delle donne”. Mentre scrivo si parla della concreta possibilità che una donna venga eletta Presidente della Repubblica, e, anche se rimane ancora strada da fare, la presenza femminile all’interno dei vari livelli delle istituzioni non viene messa in discussione. Non tutti sanno, però, che Giusi fu tra le artefici di questo cambiamento, battendosi, tramite l”Agorà”, per la modifica dell’art. 51 della Costituzione, che oggi recita: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. Una nuova formulazione della norma per la quale dobbiamo ringraziare anche Giusi, che fu tra le promotrici di un convegno che si svolse proprio ad Agrigento, al quale parteciparono importanti giuriste provenienti da tutta Italia e la senatrice Giglia Tedesco. Convegno che fu decisivo per giungere alla suddetta modifica normativa e per promuovere un “salto di mentalità”. E fu tra le prime a rilevare i tristi fenomeni della violenza sulle donne e del femminicidio, quando ancora erano seminascosti tra le pieghe di una società che pensava ad altro o volgeva lo sguardo altrove. Fu, insieme e chi scrive e ad altre donne impegnate nel lavoro e nel sociale, tra le socie fondatrici del Club di Agrigento del Soroptimist International d’italia, nel quale si spese dando vita a progetti originali e importanti.
Profondamente onesta e sincera, fu protagonista della vita politica degli anni ’70 militando nel Pci, di cui fu dirigente. Fu tra le prime donne a ricoprire la carica di consigliere provinciale e si impegnò per affrancare la nostra terra dalla mafia e dalpensiero che la alimenta. Era convinta – e ciò è indiscutibilmente vero – che la mentalità mafiosa si vince promuovendo la cultura, e per questo fu tra coloro che fondarono il Centro Culturale Pier Paolo Pasolini.
Fu un’artista poliedrica e dotata di forte personalità. Attrice di talento, partecipò fino alla fine a numerose rappresentazioni teatrali tenutesi nella nostra città, sfidando la malattia e compensando il venir meno delle forze fisiche con la sua straordinaria energia interiore. Ma amava anche dipingere, soprattutto su vetro, e scriveva, scriveva, scriveva. Ci ha lasciato, tra l’altro, due importanti contributi scritti insieme ad Annamaria Tedesco: “Cartoline colorate”, dedicato all’universo femminile, alle violenze subite dalle protagoniste e alla loro voglia di riscatto, e “E tolì tolì tolì”, delizioso libro sui giochi che una volta impegnavano i bambini. Bambini ai quali pure si dedicò, dando vita alla prima ludoteca della nostra città, all’interno della quale era presente un museo degli antichi giocattoli.
Mi fermo qui, perché i ricordi fluiscono e tante sarebbero le cose da dire.
Qualcuno si chiederà per quale motivo, a distanza di un anno, io abbia sentito la necessità di scrivere questo breve ricordo di Giusi, ripetendo ciò che, tutto sommato, fu già detto in occasione della sua scomparsa. L’ho fatto perché ritengo che la sua memoria vada mantenuta; di più, sono convinta che sia un dovere raccogliere la sua eredità di impegno, di cultura, di passione, di profonda onestà e continuare a percorrere la strada da lei tracciata. Nulla di quanto ha lasciato deve andare perduto; tutto va valorizzato. Lo scorso anno la notizia della sua morte fu accolta con sincera commozione; oggi, passato il tempo delle lacrime, è il momento di onorarla con il ricordo e con l’agire.

Adele Falcetta

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