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La dura legge dal dischetto: conta anche “come ti vesti”

Quando eravamo piccoli si faceva quasi a botte fra chi avrebbe dovuto battere il calcio di rigore, che si trattasse della partita di calcetto al campo dell’oratorio o quella improvvisata con pietre e ciabatte per strada.

Tutti volevano essere il protagonista indiscusso del momento, decidere il match, avere i riflettori puntati addosso. E’ proprio così anche nel calcio professionistico? La storia dice sì…e no.

I rifiuti storici ai calci di rigore sono tanti, la maggior parte dei quali mai riconosciuti ufficialmente. Un gesto tecnico che racchiude tutta l’essenza non solo del calcio, bensì dello sport in genere: tensione, personalità, tecnica, pressione. Il mondo si divide in due persone, agonisticamente parlando: chi si esalta e offre il meglio di sé assumendosi delle responsabilità e chi dinnanzi ad esse crolla.

Uno studio piuttosto approfondito, che ha preso in esame centinaia di rigori calciati negli ultimi anni, ha rilevato come ci siano delle buone norme da poter seguire per augurarsi una più alta probabilità di realizzazione di un calcio di rigore. Alcune delle conclusioni tratte destano sorpresa, altre erano preventivabili con un semplice ragionamento logico.

Tanto per iniziare, chi comincia la lotteria dei rigori ha una percentuale molto più alta di consegnare la vittoria alla propria squadra, in caso di rete. Ovvio, considerando la pressione che ciò esercita su chi segue, per un gesto tecnico già di per sé oggetto di stress. Addirittura lo studio sottolinea come esultare in caso di gol, anche all’interno della lotteria dei rigori, scateni una reazione positiva ed incoraggiante nei compagni che andranno successivamente alla battuta dal dischetto.

Dato statistico interessante rileva la percentuale di errori dagli 11 metri nell’arco dei 90 minuti, dei 120 e ai calci di rigore: l’indice è crescente man mano che si entra nelle zone calde del match, con la pressione che incide notevolmente sulla corretta esecuzione dal dischetto, specialisti compresi. Fra i consigli più utili vi è quelli di non cadere in precipitazione nel momento in cui l’arbitro fischia: prendersi quei decimi in più di concentrazione fa la differenza per il buon esito del gesto tecnico rispetto a chi si fa prendere dalla fretta.

Evitare giochi di sguardo con il portiere, battezzare un angolo senza cambiarlo in corsa e mirare ad uno dei due incroci alti sono altre modalità di esecuzione piuttosto consigliate. Si finisce con considerazioni un po’ più bizzarre, prettamente statistiche e forse dettate solo dalla coincidenza. Ad esempio, volete parare un calcio di rigore? Bene, vestitevi di rosso: secondo i freddi numeri i portieri che indossano una divisa di questo colore sono coloro i quali hanno la maggiore quantità di rigori neutralizzati.

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